28/10/18

Intermezzo Domenicale !!! .... dal passato ... era musicale

Carissimi, non potendo stare troppo tempo nella posizione seduta davanti al PC non riesco a postare i miei "Intermezzi Domenicali"  come vorrei, che tra la ricerca dell'argomento e lo scrivere mi servirebbe molto tempo e come detto mi è difficile. Ho pensato quindi di cercare tra i tanti Intermezzi pubblicati dal 2012 a oggi ( rubrica iniziata 3 anni dopo l'apertura del blog), qualcosa di carino che non tutti hanno avuto l'occasione di leggere.
Ovviamente non appena possibile ricomincerò regolarmente con nuovi e magari nel frattempo mi verrà qualche idea per qualcosa di diverso per la domenica come già fatto in questi ultimi due anni.
Intanto rimetto non tutto il post dell'agosto 2014 bensi solo la musica che riguardava una cantante irlandese che mi piace moltissimo Enya. La canzone è una colonna sonora che avevo trovato su YouTube :



 vi metto anche il link diretto perchè delle volte, non so perchè sul blog sparisce : https://www.youtube.com/watch?v=7wfYIMyS_dI



Assieme ad Enya avevo messo anche un filmato che allora (4 anni fa) mi mandava un amico austriaco e che per poterlo pubblicare qui lo trasformavo nel formato PPS, programma del blocchetto Microsoft che possedevo e possiedo ancora oggi. Il video è senza musica ma secondo me è ancora molto carino ... nel campo felino e non :D :D 




Spero che tutto possa ancora piacere.
Ad ogni modo per chi avesse piacere di leggere il...passato questo è il LINK

Vi auguro una buona domenica, recuperiamo l'ora concessa all'ora legale :D :D 



 



NOTA Affluente

La prossima settimana sarà molto pesante e caotica per me: il mio dottore ha pensato di andare in pensione con il 31 ottobre e quindi filone per scegliere il nuovo, devo fare le analisi che presenterò al controllo cardiologico il 6 novembre (controllo due volte all'anno dopo infartino)  e, considerando che il 1 novembre festivo Tutti i Santi, mentre il 3 è festa del Patrono di Trieste S.Giusto, le giornate per poter andare per uffici sono pochi.
Inoltre il 4 novembre che cade di domenica io compirò gli anni e quindi non si ..."lavora" ... in nulla :D :D .... quanti.... lo vedete sulla sidebar di destra :D :D e quindi tempo per passare da voi ci sarà ma per scrivere purtroppo NO e non ho nulla di pronto :( :( 
Inoltre il 5 novembre sarò a Udine per una visita ortopedica perchè mio marito ha pensato bene di farsi "partire" il menisco e penso che dovrà essere operato.
Di conseguenza a tutto ciò, ci rivedremo con una ricettina non prima di venerdi  9 novembre giusto per avere 2 giorni (7-8) per preparare qualcosa.
Grazie un abbraccio e buona settimana. :k :k


26/10/18

Come togliere etichette e relativa colla usata dai contenitori di vetro e non, rendendoli puliti per il riutilizzo.

Quante volte avrete pensato di riutilizzare dei barattoli molto pratici grandi e piccoli ma vi siete trovate a dover lottare per scollare le etichette. Scollare non era di per se diffile, ma rimaneva quell'antipatica colla molto attaccaticcia.
La mia soluzione era preparare delle etichette della stessa grandezza ed attaccarle nello stesso punto della restante colla :)

Dovevo togliere etichette su una 20ina di barattoli di plastica molto particolari e costosi, adatti per la conservazione di spezie in polvere.  Questi contenitori avevano la particolarità di non assorbire l'odore e/o sapore della spezia conservata: quindi un riutilizzo era quasi d'obbligo.
La prima cosa che si fa è immergere in acqua calda con un pò di detersivo e per circa un'ora. Purtroppo il cartaceo si era ammollato ma la colla era ancora presente: grattarla con un coltello voleva dire rovinarli.
Ho deciso di andare a cercare in internet se qualcuno ha forse trovato una soluzione e ho trovato parecchi video che consigliavano l'uso di una sostanza grassa per pennellare l'etichetta.  Mi sono imbattuta in un sitoito  "UnAmicaPerLaCasa" che spiegava il perchè per scollare le etichette non sempre solo l'acqua serviva ma bisognava usare anche sostanze grasse. Infatti, il sito spiega che vengono usate due tipi di colla per le etichette ovvero:
"idrosolubili" = si sciolgono con l'acqua possibilmente calda 
"liposolubili" = si sciolgono applicando sull'etichetta una sostanza grassa 

e noi non sappiamo quale colla è stata usata.

Il primo step, è immergere nell'acqua calda. Se le etichette vanno via facilmente la colla usata è "idrosolubile". Se invece si scolla sola la piccolare parte cartacea ma rimane la colla significa che quella usata è "liposolubile" e quindi passiamo al.....

... secondo step passare alla materia grassa : olio di qualsiasi tipo.
Prendiamo un battufolo di cotone ben impregnato di olio e lo passiamo sulla restante etichetta - abbondate olio e lasciamo che agisca per almeno un ora.
Proviamo a verificare con il dorso di un coltello che il tutto - etichetta + colla - venga via facilmente.
Nel caso che ancora troviamo resistenza insistiamo con altro olio e lasciamo agire ancora, quanto più possibile, per avere il barattolo perfettamente pulito: bisogna armarsi di pazienza :D :D  -

NOTA: abbiate l'accortezza prima di immergerle nell'acqua calda per togliere il grasso di chiudere con il coperchio altrimenti il grasso si diffonde anche all'interno e quindi doppio lavoro per eliminarlo.

Le mie etichette "liposolubili" su 21 vasetti una decina dopo 10 minuti si sono scollati subito. Gli altri ho dovuto avere pazienza ed attendere più di due ore passando l'olio più volte.

Ecco le immagini dei miei contenitori speciali prima e dopo la "cura".







Spero di esservi stata d'aiuto e vi passo ancora alcuni suggerimenti nelle Note qui di seguito.

Buona giornata.


NOTA Affluente

Vi consiglio, se avete più barattoli di prodotti della stessa marca, di provare a scollare uno solo con l'acqua calda per accertarvi quale sia il tipo di colla usato.
In caso contrario, applicate subito la sostanza grassa - olio  abbondante -  perchè ho notato che se non bagnate prima serve meno tempo per una scollatura completa e veloce.
Se invece i barattoli sono di varie marche e di contenuti diversi  bisogna purtroppo provare prima con l'acqua poi con la sostanza grassa.

Il sito trovato mi è stato molto utile apprendere sul perchè solo l'acqua non era sufficiente per scollarle. In questo modo ho appreso che vengono usate due tipi di colle.  I video trovati i dicono di usare sostanze grasse per via della colla ma non che trattasi di due tipi di colle diverse.

23/10/18

Crepes alias crespelle alias Palatschinken (nome tedesco) ma di soli albumi farciti alle verdure con crema di formaggio

Io non sopporto proprio tanto bene il tuorlo e non facendo mai dolci non mi conviene acquistare uova fresche il cui tuorlo non saprei come utilizzare. Ho trovato molto pratico e anche buono le confezioni di solo albumi, l'unico problema è scegliere la marca migliore. Non prendo mai più di 250 max. 500 ml per poterlo utilizzare poi una volta aperto nel più breve tempo possibile.
Le ho farcite in due modi: con la verdura e ricotta ricoperte da salsa di formaggio e le altre con pomodoro datterino leggermente caramellato, ma passiamo alla ricetta.

Ingredienti per 4-6 persone circa 14 crepes

250-300 ml/g di albume
1 cucchiaio di farina pieno
3 cucchiai di latte 
1 confezione surgelata di cavolo riccio *)
1/2 cavolo capuccio fresco tagliato fine
100 g di formaggio grana 
1 confezione 100 g circa di cheddar a fettine
2-4 fettine di formaggio quello usato per i toast
1 confezione circa 300 g di pomodorini datterini piccoli
1 cucchiaino scarso di zucchero
1 cucchiaino di origano secco
100 ml di vino bianco secco
100 ml di panna fresca
1 noce di burro
olio q.b.
sale - pepe


 Questo collage l'avevo messo su IG



Preparazione 

In una terrina alta mescolate le chiare d'uovo, la farina ed il latte battendo con un frustino per evitare grumi. Il tutto sarà un pò schiumoso ma dopo aver messo un pò di sale e lasciato  riposare per una decina di minuti in frigo non ci sarà più - la schiuma. Se il composto vi sembra troppo denso aggiungete un pò di latte ma poco alla volta, se viceversa un pò di farina battendo con il frustino: regolatevi per la fluidità perchè l'albume cosi trattato deve essere facilmente distribuibile altrimenti cuoce subito non sarà facile espanderla per la grandezza della padella usata: io 20 cm diametro non mi piacciono troppo grandi e devono essere sottili.
Preparate tutte le crepes e per mantenerle calde le potete mettere in forno riscaldato - max.50 gradi ma coperte per non seccare. Io le ho usate quasi subito  a temperatura ambiente in quanto la farcitura era caldissima.




Cuocete in abbondante acqua leggermente salata il cavolo riccio surgelato - a meno che non troviate quello fresco - nel qual caso lo potete cuocere assieme al cavolo capuccio ma non in acqua direttamente in padella.
Se invece surgelato, tagliate fine il cavolo capuccio e fatelo andare in una padella con un pò d'olio e metà del vino bianco secco, salate e lasciate cuocere coperto controllando spesso fino a quando il tutto sarà morbido ed asciutto.
Scolate il cavolo riccio - al caso strizzatelo con le mani e fatelo andare in padella con un pò d'olio aggiungendo il formaggio grana e le fettine per toast. Amalgamate tutto lasciando sciogliere bene il formaggio poi aggiungete il cavolo capuccio, mescolate che insaporiscano bene poi mettere a parte.


In un altra padella leggermente unta d'olio mettere il pomodoro datterino tagliato a metà, aggiungete il restante vino, un pò d'acqua, l'origano, lo zucchero ed un pò di sale e cuocete a fuoco medio-basso finchè i pomodorini saranno morbidi. Schiacciateli un pò con una forchetta e fate addensare alzando un pò il fuoco quando denso a vostro giudizio spegnete.


In un pentolino con una noce di burro, mettete il cheddar e la panna e fate sciogliere a fuoco bassissimo, un pò di sale e pepe e se il composto vi sembra troppo denso aggiungete un goccio di latte o viceversa,  alzate la fiamma per arrivare, secondo voi,  alla giusta densità.

Quando tutto pronto assemblate farcendo le crepes con la verdura ed una volta arrotolate le completate con la salsa al formaggio.
Farcite le altre con il pomodoro e completate con lo stesso pomodoro della farcitura. Se vi piace, potete aggiungere delle scaglie di mozzarella o altro formaggio e farlo sciogliere velocemente nel microonde a 600 di potenza, oppure una sola spruzzata di pepe ed un pò di grana grattugiato.





Buon appetito.



NOTA Affluente

*) 
Il cavolo riccio fresco qui da noi mai visto non sanno nemmeno cosa sia. Invece l'ho trovato surgelato nella grande distribuzione e quindi l'ho potuto gustare e devo dire che il sapore mi piace molto. Almeno per me, li trovo più gustosi degli spinaci (a me non piacciono tanto) anche senza avere ulteriori ingredienti tipo formaggio, ricotta ecc. Anche lessi e conditi con olio e limone sono squisiti.


Utilizzare per le crepes solo l'albume è come fare la pastella in senso inverso: prevale l'uovo rispetto al latte ed alla farina in quanto la pastella non s'intende  "latte - farina - 1-2-3 albumi senza tuorlo" ma proprio fatti solamente con l'albume. Trovate confezioni di albume da 250 - 500 o da 1 lt. dipende da quanto e quando intendete usare il prodotto. Una volta aperto io consiglio di utilizzarlo entro due giorni. 

19/10/18

Il pancarrè - panecassetta VS "il pane del boia"

Chi non conosce il "panecarrè o pane cassetta o..." praticamente il "sandwich" ovvero due fette di pane dalla forma quadrata che viene farcito in mille modi diventando un toast o  un tramezzino da trasformare essendo morbido in mille forme e che da "pane del boia" è diventato il "pane dello chef". 
Molti penso come anch'io lo pensavo che fosse di origine francese o inglese invece è un pane creato in Italia e precisamente a Torino.
Nell'800 il lavoro del panettiere era un dei lavori più importanti. Preparavano ogni giorno il pane fresco ma con forme e tipo diverso a secondo del cliente: la pagnotta per il dottore, per il sacerdote, per il giudice, il pane dello scudiero, quello per il cavaliere o per il pellegrino e naturalmente anche il pane "per il boia".
In quel tempo c'era in molte parti d'Italia la pena di morte ed i boia che facevano questo di mestiere erano disprezzati ed odiati da tutti. I panettieri furono molto fantasiosi e decisero di vendere il pane a loro ma con la parte bruciata rivolta verso l'alto. Considerato come un gesto umiliante per la loro categoria protestarono direttamente con il re il quale emanò un Regio Decreto informando i panettieru di desistere da questo atteggiamento altrimenti sarebbero state loro stessi vittime del boia.
I panettieri decisero di creare un panetto quadrato, morbido e senza faccia nel senso che il sotto e sopra era uguale e, servendolo sempre dalla parte contraria che loro sapevano qual'era ma che il boia non avrebbe mai capito.
I francesi arrivati tempo dopo trovarono presso i panettieri un pane morbido, che i panettieri facevano perchè volevano così manifestare il dissenso verso i conquistatori ma senza rischi. Ottennero invece  che questo pane morbido piaque tanto che conquistò i francesi che se lo portarono con se a Parigi. Lo proposero ai fornai e con l'approvazione sia loro che della popolazione iniziarono a produrlo e venderlo e da li parti poi alla conquista del mondo.
Infatti da questa leggenda parte la regola in molte famiglie di non servire mai il "pane all'incontrario" che i più superstiziosi dicono porti male.


Immagine pancassetta o carrè da WIKI 
con altre info.




 
Immagine tramezzini o sandwich  da WIKI 
con altre info.


Poi sembra sempre a Torino si passò nel moderno ai sandwich (parola inglese acquisita) che in Italia sono diventati i "tramezzini" dal formato triangolare tagliando la fetta in obliquo ed oggi, questi sono morbidi senza crosta e molto più grandi della classica misura del pancarrè o cassetta che ancora oggi sono vendute nelle panetterie. Nella grande distribuzione vendono questi  di varie grandezze anche sullo stile americano chiusi in busta che però una volta aperti, l'alcool usato per mantenerli morbidi evapora e quindi la fetta se non usata subito o in un lasso di tempo breve si secca. A questo punto non rimane altro che passarlo nel tostapane per scaldarlo e renderlo croccante.

Una storiella, prendetela così come appare ma pensate che proprio grazie al "boia" oggi gustiamo e facciamo dei tramezzini e/o sandwich favolosi.

Buona domenica.


NOTA Affluente
Le info le ho prese un èò di qua, un pò di la anche da Wiki e da dalla rivista  di cucina che acquisto di rado e che mi sembra si chiamo "Cucinare bene". Chiedo scusa se non ho scritto esattamente il nome della stessa ma non la ricordo. Il foglietto staccato non riporta il nome in quanto non tutte le riviste ripetono il loro nome vicino al numero della pagina.

Avevo già preparato questo post che ha soddisfatto la curiosità di sapere cosa s'intendesse per "pane del boia" io non lo sapevo e voi ???

16/10/18

La mia padellata di " Orecchiette " (non strascinati più grandi) con vongole, tegoline e......

Questo piatto l'avevo fatto in luglio prima del grande caldo almeno qui a Trieste. Avevamo ospite il solito nostro amico di famiglia che vive a Venezia pur essendo triestino e che adora i frutti di mare in particolare le vongole. L'idea mia era di utilizzare le cozze ma poi ho optato per queste vongole veraci e devo dire che il risultato è stato delizioso.
La pasta usata erano le orecchiette che sono simili ma non uguali agli strascinati: vecchia diatriba su questi due formati che sono comunque presenti in Puglia e Basilicata. Da quello che ricordo mi sembra che a Bari io abbia gustato le orecchiette con le cime di rapa ma sono passati tanti anni.....
L'impasto da quanto mi risulta è sempre lo stesso e non sono usate le uova ma si differenzia sul metodo ovvero:

- strascinati tipo di orecchiette ma molto più grandi -
Il metodo consiste appunto nel trascinamento su un largo piano di lavoro di legno con le dita della mano su un piccolo pezzo di impasto che viene tagliato dopo aver fatto un cordoncino. Si preparano utilizzando 3 dita ma ci sono alcuni usi locali che impongono una variante con quattro o adirittura otto dita e di conseguenza gli strascinati diventano grandi anche oltre 12 cm di diametro sempre con la forma di un'orecchia. Questo modo consente di avere un lato liscio quello a contatto con la tavola di legno infarinata che durante la strascinata si scollano lasciando una parte rugosa e irregolare che raccoglierà meglio il sugo.
Info da  WIKI

Immagine per farvi vedere che sono molto grandi  e presa da QUI

 

- orecchiette più piccole a "cappello o cupola"

Immagine per fare vedere come viene formata sul dito e presa QUI

Le orecchiette diffuse in Puglia tra il XII e XII secolo nel capoluogo e, ancora oggi, uno dei primi piatti più prelibati della città di Bari.
Anche gli " L strasc'nat" termine che nase come descritto sopra dal metodo di creazione, le orecchiette vengono prevalentemente cotte con le cime di rapa ma anche con cavolfiori, broccoli e altre verdure come pure al ragù rosso.
Ci sono altre varianti  secondo delle zone pugliesi, della Basilicata e Lucania che troverete interessante leggere su qui su WIKI.

La mia ricetta:




Ingredienti per 4 persone

400 g di orecchiette 
1 kg di vongole veraci
300 g tegoline quelle sottili
1 bicchiere abbondante di birra
1 ciuffo di prezzemolo
2 coste di sedano parte bianca
2 spicchi di aglio 
1 peperoncino secco o peperoncino macinato a vostra scelta se piccante
olio evo q.b.
sale q.b.






Preparazione

Mondate le tegoline, tagliate a pezzetti e cuocetele in acqua salata fino a quando sono morbide: circa 10-15 minuti.
Pulite le coste di sedano e tagliatele a piccoli pezzi e mettete in un mixer il prezzemolo dopo aver tolto i gambi e lavato: sminuzzatelo molto bene.
Sciacquate le vongole e controllate che non vi siano dei gusci aperti o rotti nel qual caso eliminate.

Nota: io ho usato le vongole ceraci dell'Atlantico sottovuoto non surgelate

In una padella con un pò d'olio saltate l'aglio o tagliato sottile oppure schiacciato in camicia come preferite, aggiungete il sedano e sfumate con metà della birra. Aggiungete dopo 10 minuti le tegoline scolate, salate e cuocete per circa 20 minuti in modo che il tutto prenda sapore poi spegnete.

In una pentola con abbondante acqua leggermente salata, cuocete le orecchiette cuocendole per 5 minuti in meno del tempo indicato (io le ho acquistate dal mio pastaio di fiducia), le mie da 10 a oli 5 minuti perchè poi saranno rifinite in padella.

In una capienta padella dai bordi alti - io ho usato il wok, mettete le vongole con la rimanente birra ed un pò di olio e fate aprirle a fuoco vivace. 


Nota: vi consiglio di mettere da parte quelle già aperte in modo che non si cuociano troppo perchè non tutte si aprono dello stesso momento.

Dopo aperte tutte filtrate il sugo, rimettelo in padella, aggiungete le orecchiette e fate insaporire per pochi minuti, aggiungere le tegoline con il sedano e subito dopo le vongole. Amalgamate il tutto in modo che prenda sapore per circa 3 minuti, testate per il sapore e aggiungete in ultimo il prezzemolo ed il peperoncino a secondo della vostra scelta.
Chiudete il fuoco, attendete ancora 1 minuto e poi impiattate.

Buon appetito.


NOTA Affluente

L'abbinamento vongole e verdure è stato molto apprezzato e questo piatto l'ho rifatto sostituendo le vongole con le cozze ma le ho mescolate con le orecchiette senza guscio .

Ho rifatto complessivamente 3 volte questo piatto cambiando i mollusci e la terza volta il tipo di pasta, ho usato gli gnocchetti sardi sempre freschi come potete vedere dalla foto. In questo caso avevo anche sostituite le tegoline con il pomodoro datterino fatto semplicemente saltare tagliato e poi aggiunta la pasta assieme alle vongole.



PS. Le immagini se ci cliccate sopra si ingrandiscono automaticamente.

12/10/18

Il mio " Gazpacho " di ravanelli pomodoro ecc. e spuma di burrata freddo ma esiste anche "caldo"

Prima di darvi la mia ricetta di questa zuppa rigorosamente mangiata fredda, ho scoperto girando nel web che viene mangiata anche calda, leggermente diversa come aggiunta da quella fredda, ma sicuramente buona e quindi da gustare anche in altri periodi dell'anno.
La base ovviamente consiste nel pane raffermo, olio, aceto e verdure crude.
E'molto diffuso in Spagna ed è una delle specialità più note della cucina andalusa. E' un passato di verdure: pomodori, cetrioli, cipolla, peperoni, aglio, sale e olio. Viene servito usualmente freddo in preferrenza prima del pasto come un aperitivo rinfrescante e idratante. 
Successivamente è stato aggiunto in pane raffermo e quindi diventato una vera zuppa al cucchiaio.
E' presente in tutti i bar e ristorante e lo si trova anche in bottiglie ai supermercati come fosse una bevanda. Ultimamente si trova anche preparata con il cocomero e/o il melone.
Le origini sono molto incerte a come tutti questi piatti semplici con ingredienti quasi sempre a disposizione, siano stati i contadini dell'entroterra. 
Solo nel XIX secondo nel gazpacho = zuppa è stato introdotto il pomodoro ed oggi si prepara anche con le uova sbriciolate.
Si può gustare sia caldo che freddo infatti nella zona della La Mancha (Don Chisciotte) viene servita calda con pezzetti di carne.
Esiste anche la versione bianca "Ajo blanco" a base di acqua, olio, aceto, aglio ovviamente e pane secco ai quali vengono anche aggiunte mandorle tritate e/o fave. Gli ingredienti engono mescolati mel mixer per ottenere un emulsione bianca saportia e fresca e viene usata alle volte aumentando la densità come salsa per accompagnare arrosti e pesce ed ho scoperto - non ricordavo - di averlo già fatto:

Nel febbraio del 2013 il mio  "Gazpacho bianco".

In Portogallo esiste una versione molto particolare perchè il pane raffermo usato è solo la crosta e non viene frantumato ma rimane a pezzettoni ed assomiglia un pò alla nostra panzanella.
Tutte le info da Turismo it
Altre curiosità e info le trovate su WIKI

Ecco la mia ricetta, una versione un pò particolare dalla classica.




Ingredienti per 4 persone
  
300 g di pomodoro a grappolo quello piccolo
200 g di burrata
1 cetriolo medio
1 cipolotto (io quello di Tropea)
120 g di ravanelli
50 g di pane raffermo
1 cucchiaio di aceto (io quello di mele)
9olio evo q.b.
sale e pepe





Preparazione
Mondare i ravanelle, lavarli e poi tagliarli a pezzetti. Bagnate leggermente il pane raffermo con l'acqua e strizzatelo bene. Pelato il cetriolo e tagliatelo a metà per togliete la semenza interna e poi a pezzetti. I pomodori dopo averli lavati tagliateli a metà per togliere i semi ma fatelo in una terrina in modo che poi potete passarli al settaccio e recuperare il sugo degli stessi.
Mondate il cipolotto e tagliatelo a fettine. 
In un mixer  mettete assieme tutti gli ingredienti preparati di cui sopra, aggiungete 1 lt di acqua fredda e frullate per ottenere una crema omogenea. Se vi sembra troppo densa potete aggiungere dell'altra acqua. Salate e pepate testando i sapore se tutto sufficiente. Aggiungete poi l'aceto e l'olio e frullate ancora per alcuni secondi ...30, mettetela in una terrina ed in frigorifero per almeno un'ora prima di servirla.
Nel frattempo nel mixer frullate la burrata con un pizzico di sale per ottenere una bella spuma.

Mescolate il gazpacho prima di impiattare suddividendo in 4 ciotole, disporre al centro la burrata con un filo d'olio ed una macinata di pepe - facoltativo e servite.

Buon appetito.

NOTA Affluente

Io ho messo vicino dei quadrucci di pane che ho tagliato e passati ad asciugare in forno conditi solamente con un pò di sale e del rosmarino in polvere ovviamente facoltativo.

Potete anche accompagnare con delle fette di pane tostato leggermente sfregato con l'aglio se piace oppure semplicemente del pane fresco morbido per assorbire chi vuole la zuppa.
Ho rifatto più volte questo "gazpacho" e non ho messo mai  peperoni perchè non li digeriamo ma ho provato ad aggiungere una fetta non troppo grande di cocomero ed una volta delle fette di melone, mantenendo sempre la base degli stessi ingrediente sostituendo però il cetriolo. Niente male e credo che si possano trovare molte combinazioni mantenendo però sempre la base del pane, olio, aceto e pomodoro.




09/10/18

Nuova Rubrica: Cucina e Pasticceria: Piccolo glossario tecnico e non solo: lettera "P" seconda parte




Proseguiamo il Piccolo Glossario con la lettera "P"

"P"


Pastella: tutti o quasi sanno cosa sia questo preparato e penso che più/o meno tutti l'abbiano usata. 
E' un preparato gastronomico finalizzato per preparare vivande fritte di diverse provenienze come verdure, pesce, frutta e qualche volta anche carne.
La preparazione del composto prevede due alimenti indispensabili quali la "farina" che sia di grano duro o tenero e con l'aggiunta di acqua che può essere liscia o anche frizzante.
Ci sono anche moltissime varianti che principalmente riguardano la parte liquida che viene sostituita con la "birra" da sola o diluita con l'acqua oltre all'arrichimento della stessa mediante l'aggiunta dell'uovo. La birra darà un sapore leggermente amaro mentre l'uovo renderà la pastella colorita al posto del bianco. Tutte le varianti dopo l'immersione della vivanda nella stessa sarà fritta in olio bollente.
Esiste anche un altro tipo di pastella usata per i fritti della cucina giapponese in prevalenza chiamata "tempura" che prevede l'uso della farina ma anche quella di riso diluita in acqua ghiacciata non molto densa. La vivanda quale pesce e verdura in prevalenza deve venire prima infarinata in modo che la "tempura" aderisca bene prima di venire fritta.
Credits:
Pastella QUI , Tempeura QUI e Tendon QUI  come pure agli stessi link le immagini qui di seguito riportate.

Fiori di zucca in pastella

Tempura


 Tendon



Pasticcio VS Patè : secondo me i due preparati sono molto diversi sia per l'insieme degli ingredienti come anche la metodologia di preparazione e cottura. Andando in giro a curiosare, ho trovata che magari erratamente il "patè" viene definito anche "pasticcio" perchè alle volte il composto in prevalenza di carni, frattaglie, ecc. non viene solo cotto nelle terrine o pirofile ma anche racchiuso in apposita pasta preparata che può essere anche una pasta sfoglia o una fillo secondo i dettami della nuova cucina.
Prendiamo però prima cosa veramente s'intende per "patè"
- il  pâté alla francese o patè che come detto alle volte viene definito "pasticcio", è un impasto in realta di carne, pesce e grassi alimentari ridotti in mortaio per diventare un compost spalmabile che viene cotto in una terrina. Quello classico francese si chiama foie gras ma ne è stata limitata la vendita perchè usato principalmente il fegato di oca. Esistono anche patè a base di vegetali come pure fatto solo con le frattaglie miste che possono essere di pollo o altri animali.
Viene poi spalmato su crostini caldi.

- il pasticcio invece s'intende con una base di pasta che possono essere lasagne o altra tipo secondo le regioni italiane (Campania, Lazio, ecc.) che viene riempita con vari ingredienti che possono essere di carne, pesce e verdure o anche miste tra loro che poi vengono cotti al forno.

Esiste anche il famoso "Pastizio" che è un piatto greco ma diffuso anche nell'area Mediterranea orientale e la composizione prevede un tipo di pasta come i nostri ziti, un ragù con besciamella, carne trita e si potrebbe dire che assomiglia un pò alle lasagne alla bolognese come ingredienti ma non come forma.
Credits:
il patè QUI - il Pastizio QUI  come pure le immagini qui sotto. Mentre invece il pasticcio vero e proprio le info. sono personali di un amica bolognese. 
PS. Il "patè ha una lunga storia che però ritengo non faccia parte di questo glossario ma ognuno ga la possibilità di documentarsi come per il piatto greco "pastizio".


Patè
Pastizio



Plum cake : si riferisce ad un dolce a base di farina, uova, zucchero e sostanze grasse con un ripieno di frutta varia con anche canditi. Non esiste una traduzione ma, il plum cake o plumcake in italiano s'intende tutti i dolci da forno cotti in speciali stanpi dalla fornma in prevalenza rettangolare a pareti alte chiamati anche stampi a cassetta.
E' dolce è di origine inglese alla quale oltre gli ingredienti vari citati, si aggiungono anche spezie e liquori. Nel paese anglosassone viene servito tagliato a fette con il thè del pomeriggio.
Il nome "plum" che significa "prugne" venne dato perchè le prugne sempre solo secche era l'ingrediente di questo dolce.

La parola plum cake (o plumcake) indica invece in italiano vari tipi di dolce cotti al forno in speciali stampi rettangolari a pareti alte, chiamati stampi a cassetta. Attualmente per gli ingredienti usati ricorda un pò il pane giallo dell'antica Roma - pane per gli imperatori - che però viene chiamato "fruit cake" per la presenta della frutta. In America invece si chiama plum cake per il ripieno di prugne mentre nel Regno Unito per alcune specialità regionali simili i fruitcake viene ancora usata la parola "plum". 

Il "plum cake" viene fatto non solo come dolce ma anche salato, alle verdure o anche di carne o pesce sempre con la stessa forma e usando gli stessi stampi. Il "fishcake" è conosciuto anche nel paese d'origine mentre quello di verdura e carne è più usato in Italia.   Infatti con la carne o pesce misto a verdure ma cotto in questo stampo, viene definito "polpettone".

Credits delle info da  QUI come anche le prime immagini, le altre sono prese dal web-google. 

 Plumcake dolce "fruitcake" ingrediente frutta e canditi

 Plumcake salata misto verdure e formaggio
 Pane giallo romano


La lettera "p" si chiude e spero di fare quanto prima le prossime lettere di questo glossario che pian piano ci avviciniamo alla fine. Però guardando ho visto che la "R" e la "S" come definizioni sono moltissime e prevedo per non fare post lunghissimi che dovrò dividerle anche in tre parti.

Buona giornata a tutti e grazie di avermi letta.

NOTA Affluente
Con la lettera "P" ci sono ancora altre definizione che ritengo non sia necessario chiarire quali: pirottino, pressare, punzecchiare e il dolce inglese chiamato "pie" che tutti sanno di cosa trattasi. In caso che qualcuno lo ritiene da aggiungere me lo faccia sapere.
Avevo scritto nei precedenti post che volevo raccogliere quando finito in un PDF a disposizione di tutti ma, ho notato che chi lo desidera può cliccare sulla colonna di destra alla voce ... Per stampare o per stampare in PDF free" è già possibile da adesso basta cliccare al link qui sotto per poi poter stampare in pdf tutti i post già pubblicati.


Il link che ragruppa tutto il glossario dalla A alla Z

 QUI



PS. 
Questo post inerente a questa rubrica che è presente da tempo e purtroppo non si può andare veloce se si vuole fare bene,  l'avevo preparato prima di andare in pausa. Meno male cosi ho qualcosa da condividere nel mentre mi attivo per riprendere le varie rubriche. Grazie della pazienza. 

05/10/18

Pasta fritta e/o soffiata

La mia amica Rossella  del blog "Salsapariglia" in data 9 aprile aveva condiviso la ricetta di quello che lei chiama "Pasta soffiata" che pero può anche definirsi "Pasta fritta" vista la conclusione del piatto.
Avevo seguito tutte le fasi ma poi mi sono fermata per l'arrivo di problemi personali ed il caldo torrido dell'estate per cui l'ho rimandat al 20 settembre. Devo dire che l'esperimento è riuscito anche se penso che dopo la seconda fase che precede il soffiato o fritto l'avrei dovuta fare subito. Ho atteso invece oltre  4 mesi anche se una volta passata la seconda fase, si può conservare a tempo illimitato. Ripeto, non si tratta della solita pasta fritta come ingrediente di recupero di pasta avanzata ma proprio preparata per essere soffiata mediante frittura.
Passiamo alla ricetta.


Ingredienti per più persone

100 g di pasta  
olio per friggere
sale q.b.



la pasta è su un foglio assorbente



Procedimento


Portare ad ebollizione abbondante acqua leggermente salata e cuocerla al "doppio" del tempo previsto com tempo di cottura : se 5 minuti cuocere 10.
Scolare e lasciarla raffreddare.

Nel frattempo accendete il forno a 50-60 gradi e predisponete una teglia o la leccarda stessa con della carta da forno e disponete sulla stessa la pasta cotta ben separata non deve essere una sull'altra ma ben divisa e separata.

Lasciate essicare la pasta per 5 ore. Io ho il forno ventilato e potevo ritenerla essicata dopo 4 ore ma ho preferito continuare ancora per un ora abbasando la temperatura del forno a 40 gradi.

La pasta tornata secca si puo conservare per quanto tempo vogliamo ma, io penso che è meglio provvedere alla frittura perchè la pasta si gonfia molto prima di quando è rimasta ferma dopo l'essicatura per tanto tempo.

L'olio dovrà raggiungere i 190° per friggere la pasta e vedela gonfiare quasi subito, metterla su un foglio assorbenete per l'eccesso di olio, salare leggermente ed è pronta per essere sgranocchiata assieme ad un calice di vino come dice l'amica o di birra come dico io.

Se vi piace, potete mettere ancora un pizzico di sale Maldon affumicato che rendere ancora più croccante senza essere troppo salato in quanto questo sale a scaglie non si scioglie.

Provare per credere.
Grazie Rossella e vi invito a visitarla le sue ricette rappresentano una ricerca molto particolare.
Buon happy hour e visto oggi venerdi, buona fine settimana.


Nota Affluente


La pasta fritta della mia immagine è un pò dorata perchè non si è gonfiata subito perchè è rimasta ferma dopo averla esseicate per oltre 4 mesi. Per questo ddopo averla rifatta e fritta subito dopo l'essicatura il risultato è stata croccante si mai sfalda subito in bocca mentre la precedente bisogna masticare :D :D  buona ugualmente.

Io ho scelto quel tipo di pasta che da noi sia chiamano eliche ma ho visto che hanno vari nomi come anche rotini ma anche fusilli (Barilla e non solo), ad ogni modo pasta corta anche di vari formati: a voi la scelta.



PS.

Mi dovrete scusare se la condivido appena venerdi e quindi sono presente questa settimana per solo due volte, ma non riesco ancora a stare seduta a lungo ed ho un sacco di appunti da mettere assieme e spero per la prossima settimana di entrare se non a pieno ritmo...quasi.

01/10/18

Eccomi, si riapre ... una considerazione ed una "Zuppa di .........."

Oggi 1 ottobre, dopo quasi quattro mesi più/meno riprendo in mano il blog ma devo ancora fare tutto con calma perchè non posso stare seduta per troppo tempo: la schiena si mette a protestare :) :) e mi perdonerete se con questa ripresa i miei post saranno pochi ma cercherò di farvi visita un pò più spesso di prima.
Grazie della vostra comprensione.


In questo periodo ho usato moltissimo il mio smartphone visto che dovevo riposare quasi distesa per la schiena e nervo e per passare il tempo sono andata a curiosare ....nel mondo dei "blogger" e, mamma mia, ce ne sono un infinità rispetto a a quando, 9 anni fa, ho aperto il mio blog.

Sono pochi i multitema come il mio,  nei blog di cucina e siti specifici ci si perde, viaggi e altri che parlano di moda e cosmesi ci sono ma si basano quasi tutti su recensioni specifiche su prodotti nuovi magari poco conosciute e senz'altro remunerate.  Inoltre ho riscontrato molta mancanza di rispetto per il lavoro altrui, copiature senza credits, ecc. che mi hanno molto rammaricata.
Avrei voluto esprimere alla fine di questo giro la mia opinione personale ma preferisco di no: ognuno è libero di vedere - verificare e farsi un idea.
Io sono soddisfatta del mio piccolo blog multitema senza grandi pretese e scrivo su quanto di più carino, corretto e interessante secondo il mio modo di vedere io possa  trovare e vi assicuro che rispecchia il mio carattere sempre curioso anche alla mia età vintage (74 per poco).
Ho avuto l'opportunita di conoscere delle splendide persone per la maggior parte virtualmente ma alcune di loro è stata una sopresa conoscerle personalmente. Virtuali o non ci sentiamo spesso senza invadenza magari per un semplice saluto e visita al loro blog senza alcun obbligo per avere un rientro di commento.
Fino a quando potrò dire qualcosa indifferente in quale tema . viaggi, ricamo, cucito, curiosità e senza tralasciare la CUCINA non avrò motivo di chiuderlo e spero che se sarà,  sia il più tardi possibile.

Per farmi perdonare questo peccato di modestia.... :D :D vi lascio con una ricetta scritta tempo fa che con il tempo "freschino" che avanza una zuppa non necessariamente calda ma leggera potrebbe andare.

Vi saluto caramente, un abbraccio virtuale a tutti e ci risentiamo prima possibile.


Zuppa - Minestra o Vellutata con Indivia o scarola, fagioli cannellini e acciughe

Ingredienti per 4-5 persone
500-700 g di scarola o indivia (anche la riccia va bene)
2 lattine di fagioli cannellini 
1 lt circa di brodo vegetale 
3 spicchi aglio
10-12 filetti di acciughe sott'olio
1 peperoncino secco - facoltativo 
olio evo
1 rametto di rosmarino
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
100 g di ricotta stagionata salata (si trova anche in buste già grattugiata)
1 cucchiaino di amido di riso o di agar agar per addensare
se necessario fette o quadrucci tagliati di pane tostato q.b.






Procedimento

Mondate il cespo di scarola o indivia lasciando anche le foglie esterne salvo quelle che vi sembrano sfatte e dopo averle lavate le tagliate a striscioline.
Preparate il brodo vegetale come preferite - io ho usato due dadi vegetali senza glutammato e quando bolle tuffate la scarola e lasciatele cuocere per circa 10 minuti deve diventare morbida.
Poi togliete una parte, aggiungete il contenuto di una lattina di fagioli cannellini senza il loro liquido e frullate tutto con il frullatore ad immersione.
In una padella scaldate un pochino di olio e fate tostare l'aglio tagliato sottile e sbriciolate il peperoncino se usato e le acciughe che devono sciogliersi. Mettete il rametto di rosmarino intero e fate andare fino a quando le acciughe si sono sciolte e tutto è amalgamato.
Aggiungete i restanti fagioli cannellini senza il loro liquido interi fate insaporire e versato  tutto nella minestra. Assaggiate se manca sale e completate con il prezzemolo e fate cuocere ancora per 5 minuti. Se la minestra vi sembra troppo liquida aggiungete l'amido o l'agar agar entrambi non hanno sapore, ma prima di aggiungerlo lo scioglierete con un pò di brodo per evitare grumi.

 



Nel frattempo tostate il pane.
Sul fondo del piatto mettete un pò di ricotta grattugiata, aggiungete la minestra e completate con un altra grattatina di ricotta. Un filo di olio evo e le fette di pane a fianco nei bordi oppure in un piatto a parte servite il pane sempre tostato a quadrucci ed ognuno si servirà da solo.

Ha un sapore particolare l'amarotico della scarola, il leggero sapore delle acciughe e si completa con la grattatina di ricotta.
Buon appetito e buona giornata.



Note affluenti
Il peperoncino l'ho usato solo nel mio piatto perchè maritozzo non deve mangiare piccante mentre io adoro il pizzichino :) .
Vanno benissimo altri tipi di cespi di verdure a foglia grande purchè siamo di sapore amarognolo e diventi morbida ma non si spappoli durante la cottura. 

  
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