25/11/20

Gnocchi di "Calandrino"

Questi gnocchi sono per me gustosi e speciali. E' una ricetta molto vecchia ed io li faccio a periodi da circa 30 anni, ma non li ho mai cotti nel brodo di cappone.

La storia di questo piatto, da quello che ricordo e da ricerche attuali,  si riferirebbe ad una famosa novella del decamerone di Giovanni Boccaccio. Qui si fa cenno a maccheroni o ravioli cotti nel brodo di cappone che rotolano da una montagna di formaggio (sogna Calandrino). Da studi effettuati successivamente sembra che non si trattasse di maccheroni bensi di gnocchi, particolari, che però non erano di patate sconosciute ancora agli europei ma di  semolino, gnocchi noti ancora oggi.
Questa è la ricetta, sembra proprio dettata dal Boccaccio nel Decamerone ma rivisitata ovvero attualizzata all'epoca dell'uscita, presumo  di questo giornale, da dove ho tratto e riveduto un pò questo piatto.
Se cercate nel web trovate di tutto e di più ma io vi passo la mia ricetta collaudata in tutti questi anni solo che, come detto, mai cotti nel brodo di cappone ma in brodo di carne normale o di dado.


Ingredienti
200 gr di semolino finissimo (io uso quello grosso)
200 gr di farina bianca
3 uova
120 gr formaggio grattugiato reggiano
  (io ne metto sui 150 minimo e uso a metà con il pecorino)
60 gr di burro
1 litro e mezzo di brodo di cappone......oppure 
carne bovina o mista o dado a vostra scelta





Procedimento 
Mescolare il semolino assieme alla farina setacciata e le uova dopo averle leggermente sbattute a parte.
Un pò di sale e acqua quanto basta per un impasto consistente ma non troppo spesso. Preparate i rotolini come per i gnocchi di patate, tagliare a pezzetti  e passarli sui rebbi della forchetta o nella parte interna di una grattuggia.
Portate ad ebollizione il brodo dopo aver tolto il cappone...e buttate i gnocchi in piccole quantità. Dopo venuti a galla lasciate ancora cuocere a fuoco medio per circa 5 minuti. Siccome necessitano di una cottura leggermente superiore ai soliti gnocchi di patate, è meglio se provate uno per vedere se la cottura e completa. Toglieteli con la schiumarola e impiattateli direttamente in piatti leggermente preriscaladati. 
Conditeli con il burro fuso e con tanto formaggio.
E' un piatto molto saziante e quindi per esperienza è sufficiente far seguire un bel piatto di verdura cruda oppure precedere da un piccolo antipasto leggero.

Spero che vi piaceranno come sono paciuti sempre a me e famiglia.
Buona giornata



NOTA Affluente

Mi rendo conto che questi gnocchi possono passare per i normali gnocchetti definiti di "semolino o gries" che vengono anche cotti in brodo o acqua con impasto è analogo. Usualmente questi sono molto morbidi invece quelli proposti rimangono consistenti e come si suol dire... "molto masticabili".
Inoltre da quello che ricordo, mia zia usava dare la forma dei gnocchett classici con un cucchiaio da tè come le chenelle mentre per questi si forma un cordoncino e si tagliano come d'uso per gli gnocchi di patate.

Alla  prossima , Buona settimana

 

18/11/20

Affettatrice "BERKEL" .. Nata nel 1898 .......120 anni e non sentirli ...al Museo Leonardo da Vinci - Milano

Premessa
anche questo post è stato preparato tempo fa ma poi l'insieme di cose e la pausa è rimasto "inevaso". 
In questo momento ricette di ogni tipo sono in massa sui social e non solo perchè è un alternativa ad altro nel fare qualcosa per noi e per la famiglia visto l'obbligo di stare a casa il più possibile per chi lo può fare. Forse è il momento che magari qualcuno perderà un poco del suo tempo per leggerlo come pausa dalla lettura ricette. La prossima sarà ricetta, promesso.
 
 
 
 
 
Molti si chiederanno cosa "affettasse" questa affettatrice che prende il nome dal suo inventore, un olandese, Wilhelmus van Berkel
Io ricordo questa affettatrice a manovella usata per affettare carne, salumi, ecc. che poi una volta presente in qualsiasi negozio di carne, dal 1898 in poi e già negli anni 50, l'aspetto era stato modificato come aspetto ma anche con altri materiali ma sempre con la famosa ruota a manovella: infatti bisognava girarla per ottenere quello che oggi vedete fa da quelle eletriche oppure manuali si ma solo con la spinta su e giù della mano del venditore.

Wilhelmus Adrianus va Berkel  era un macellaio con la grande passione per la meccanica e quindi è stato anche un inventore e imprenditore olandese.
Si era prefisso, per poter evitare di tagliare fette di carne senza  l'uso manuale del coltello,  di creare una macchina a tale uso. Dopo tantissimi tentativi gli venne l'idea giusta - la lampadina di Archimede, di ricorrere ad una lama concava che ruotasse perpendicolarmente contro un piatto mobile che scoresse avanti ed indietro sulla quale stava appoggiato il pezzo di carne o il salume da tagliare.
Invento in questo modo quello che poi venne conosciuto come l'affettatrice meccanica.
W.A.van Berke nel 1898 fondò la prima fabbrica a Rotterdam e l'anno successivo - un anno di attività soltanto della Van Berkel's Patent Company Ltd produce e consegna ben 84 affettatrici.
La produzione avanza rapidamente data l'utilità di questa nuova invenzione con un successo massiccio e mondiale.  Fu inoltre la prima in assoluto, considerato l'alto prezzo della macchina, a proporre ai propri clienti il pagamento rateale.

La produzione dell'azienda durante la  Prima guerra mondiale si diversifica e oltre alle affettatrici vengono prodotte anche bilance commerciali di grande precisione, torni, altri strumenti meccanici in genere e persino aeroplani.
L'inventore muore nel 1952 a la ditta prosegue diventando un marchio di riferimento nel settore. Viene acquistata nel 1993 dalla multinazionale inglese GEC e nel 2004 passa ad un gruppo di imprenditori italiani
Le bilance e le affettatrici continuano a godere di un vasto mercato nonostante il loro costo anche perchè essendo essi i più antichi della storica ditta, sono apprezzati per la precisione meccanica e la qualità dei materiali usati. Anche la loro raffinata eleganza sono tra i collezionisti, antiquari, ecc. dei veri e propri oggetti di culto molto ricercati e quotati.
Attualmente, per il 120° anniversario,  è in corso una mostra monografica al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" di Milano.


 Il macellaio inventore Wilhelmus A.Berkel e la sua affettatrine nel 1899 - foto da Wiki


 Affettatrice su piedistallo la prima versione - foto da qui

 Affettatrice Berkel anche su piedistallo e vede il pezzo di carne inseriro e 
a manovella che è quella impugnatura che si intravede nera

 Una versione "Berkel" più nuova diciamo da banco - foto da qui



 Bilancia Berkel molto usata nei tempi passati per la sua precisione  - foto Wiki

Un bilico "Berkel" è una pesa molto usata nei magazzini per la pesatura di sacchi con granaglie ecc. foto da Wiki


Le immagini prese da Wiki le trovate QUI 
e tutte le immagini cliccando sopra si ingrandiscono



Buona giornata.


NOTA Affluente
Un sito interessantissimo "Thebekerlwordl" a questo LINK  e scoprirete che in questi anni la Berkel ha prodotto anche accessori quali: il sottovuoto, coltelli,  affettatrici sia a volano che elettriche e non solo. Se cliccate sotto ogni gruppo tipo questo degli accessori treverete anche altri oggetti che non avrei mai pensato che la ditta li avesse prodotti: cè sempre tempo di apprendere. Vi metto l'immagine tratta da questo sito del sottovuoto


Spero che il post sia stato di vostro interesse. Scoprendo che l'affettatrice in questo caso ha ben 120 anni ma li porta molto bene. Mi sono ricordata andando indietro negli anni che io da piccola le ho viste nei negozi di salumi e carni. Ricordo che mi affascinava la velocità che mettevano a girare la manovella per tagliare il più velocemente possibile per servire il cliente senza farlo attendere molto.
Le fette venivano perfette. Poi sono arrivate anche le bilance che i negozi ormai fuori dalla crisi del dopoguerra potevano acquistare e rappresentavano una sicurezza di peso per l'acquirente...semprechè non ci si metteva la manina.... come ancora oggi.
Un piccolo spartito della mia infanzia  (classe 43).

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