29/03/16

Gnocchi di pane gratinati poi al forno o su un letto di misticanza

Nonostante noi mangiamo pocchissimo pane quando ho a cena i miei familiari acquisto sempre di più e poi mi avanza tantissimo e mi spiace non poterlo consumare.
I gnocchi di pane o canederli dell'Alto Adige e non solo viene utilizzato il pane raffermo che ovviamente in un ristorante e appositamente "invecchiato" mediante il forno dove viene tostato. Infatti, qualche volta anch'io uso pane fresco tagliato a piccoli quadrucci tostato in forno con un pò di sale che rende a mio avviso il gnocco ancora più buono. Questo sistema comunque in Austria viene utilizzato sempre anche con il pane raffermo fatto ulteriormente tostare in forno e lo si compra anche già pronto. Gli gnocchi vengono fatti molto grandi se accompagnano stufati, sughi particolari ecc. e servono un solo gnocco oppure troviamo i famosi Serviettenknödel **  ovvero gnocco a forma cilindrica cotto in acqua in salvietta oppure carta di alluminio. Trovi il pane tagliato a quadrucci e tostato gia in confezioni dalla forma cilindrica con dei buchi e serve per cucinarlo direttamente in acqua e quindi diventaun gnocco cilindrico che una volta raffreddato viene tagliato a fette.
Per rendervi l'idea ho pensato di mettervi un video è in tedesco ma le immagini parlano da sole. Ovviamente l'impasto definiamolo cosi varia a secondo del gusto del cuoco o della famiglia ricordi della nonna ecc.
Questa volta ho voluto fare dei piccoli gnocchi di pane un pò più grandi di quelli classici di patate. Per mio marito li ho gratinati con mozzarella e formaggio al forno, per me invece li ho messi su un letto di misticanza, pomodori leggermente conditi con sale e olio.

Ingredienti 
pane raffermo
farina rimacinata q.b.
pane grattugiato q.b.
1 o 2 uova a secondo della quantità di pane
mozzarella da grattugiare o già grattugiata
formaggio grana grattugiato
sale - pepe 
prezzemolo - erba cipollina - aglio 
latte e/o acqua q.b.

 Nota : 
  • non ho indicato i quantitativi in quanto tutto dipende dalla quantità di pane che userete


Procedimento
Eliminate la crosta se molto dura e tagliate in tnti pezzetti il restante pane. Fatelo saltare o in padella senza condimento oppure in forno a 100° per 20-25 minuti dipende se avete statico o ventilato.
Dopo mettete il pane ad ammorbidirsi con un po di acqua o latte o entrambi ma mettetene poco altrimenti si ammorbidisce troppo e vi servirebbe troppa farina o pane grattugiato.
Se troppo umido, strizzatelo un pò e se vi piace potete tritare finemente un pò di prosciutto cotto o altro a piacere che andrete ad aggiungere all'impasto. Rompete l'uovo o le uova, mescolate ed aggiungete la farina.
Amalgamate bene e se vi sembra abbastanza asciutta ma ancora umida attaccata alle mani aggiungete un pò di pane grattugiato che assorbe l'umidità in eccesso. Assaggiate se mancante di sale o altro, aggiungete se piace un pò di aglio tritato fine o una punta di quello secco in polvere, erba cipollina se piace.

Scaldate un una pentola l'acqua leggermene salata e quando bolle con le mani leggermente umide formate delle palline piccole e buttatele nell'acqua. Quando vengono a galla aspettate 5 minuti e scolate in un recipiente già leggermente unto affinchè non si attacchino l'uno sull'altro.


In una pirofila se ne avete ccome la mia adatta al massimo per due porzioni, ungendola con un pò di burro o messo i gnocchetti aggiungendo la mozzarella, formaggio grattugiato e in forno per circa 10 minuti o meno serve solo la gratinatura.


Per me ho messo come base della misticanza condita con un pò di olio, erba cipollina tritata, poi i gnocchi che ho cosparso di formaggio grana un pizzico di pepe a me piacciono cosi.

 








Buon appetito e buona giornata.

NOTE Affluenti


I "Serviettenknödel **  o gnocchi di pane arrotolati a forma di salsicciotto, si presentano diversi dal gnocco di pane  piccolo o grande che sia o dai parenti più stretti i "canederli". L'esecuzione è diversa anche se nell'impasto speck e cipolla non mancano. E' difficile da spiegare e quindi avendo del pane raffermo ho deciso di farli. 
Cercherò di fare le foto delle basi e anche un video che però sarà in lingua tedesca ma a voi amiche che siete brave in cucina basterà vedere :) . Questo tipo di gnocco non è molto conosciuto il gnocco di pane classico con le sue variazioni da cuoca a cuoca o il canederlo che tutti conoscono hanno preso il sopravvento.

 Alla prossima "stay tuned" ciaooo.

27/03/16

PASQUA......la storia....quando cade negli anni a venire...


........ A TUTTI I MIEI AMICI E FAMIGLIA OVUNQUE VOI SIATE E AL MONDO

"Pasqua" importante festa Cristiana è anche mobile cade in periodi diversi e qui vi riporto quanto appreso su Wiki
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La festa della Pasqua cristiana è mobile, viene fissata di anno in anno nella domenica successiva alla prima luna piena (il plenilunio) successivo all'equinozio di primavera (il 21 marzo). Questo sistema venne fissato definitivamente nel IV secolo. Nei secoli precedenti potevano esistere diversi usi locali sulla data da seguire, tutti comunque legati al calcolo della Pasqua ebraica. In particolare alcune chiese dell'Asia seguivano la tradizione di celebrare la pasqua nello stesso giorno degli ebrei, senza tenere conto della domenica, e furono pertanto detti quartodecimani. Ciò diede luogo ad una disputa, detta Pasqua quartodecimana, fra la chiesa di Roma e le chiese asiatiche.
Dunque, nella Chiesa cattolica, la data della Pasqua è compresa tra il 22 marzo ed il 25 aprile. Infatti, se proprio il 21 marzo è di luna piena, e questo giorno è sabato, sarà Pasqua il giorno dopo (22 marzo); se invece è domenica, il giorno di Pasqua sarà la domenica successiva (28 marzo). D'altro canto, se il plenilunio succede il 20 marzo, quello successivo si verificherà il 18 aprile, e se questo giorno fosse per caso una domenica occorrerebbe aspettare la domenica successiva, cioè il 25 aprile.
Una piccola parte della Chiesa ortodossa segue il calendario giuliano per tutte le feste mentre il resto ne ha presa solo la data dell'equinozio e quindi la data della Pasqua può variare dal 4 aprile all'8 maggio.
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Bisogna però ricordare anche le sue origini e questa info. viene da Wiki la più completa secondo me.
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La Pasqua cristiana è in stretta relazione con quella ebraica, chiamata Pesach e celebra essenzialmente la liberazione degli Ebrei dall'Egitto grazie a Mosè. La parola ebraica Pesach significa passare oltre, tralasciare, e deriva dal racconto della Decima Piaga, in cui l'Angelo sterminatore, o angelo della Morte, vide il sangue dell'agnello del Pesach sulle porte delle case di Israele e "passò oltre", uccidendo solo i primogeniti maschi degli egiziani, compreso il figlio primogenito del faraone. La Pasqua con il Cristianesimo ha perduto il suo significato originario, venendo a connotare un "passaggio", ovvero:

passaggio da morte a vita per Gesù Cristo;
passaggio a vita nuova per i cristiani (in particolare per quelli che, nella Veglia Pasquale, ricevono il battesimo).


Perciò, la Pasqua cristiana è detta Pasqua di risurrezione, mentre quella ebraica è Pasqua di liberazione, dalla schiavitù d'Egitto.
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Quanto riportato è solo una piccola parte e, saperne di più è secondo me molto interessante. Vi rimando quindi per ulteriori approfondimenti qual'ora di interesse a questo  link  Pasqua .


La "Resurrezione" olio su tavola di Matthias Gruenewald da Wiki


Ecco la foto di un calendario dal 2016 al 2020 sempre da Wikipedia... (era dal 2000 ma ho tagliato e ripreso da quest'anno :) )
 
.. e chi è curioso e vuole approfondire i calcoli per la cadenza negli anni a venire questo e il link   Calcolo della Pasqua.

Vi auguro ancora Buona Pasqua passatela al meglio e speriamo nel bel tempo.

(gif gratis dal web)


NOTE Affluenti
  • Il widget di apertura è stato fatto nel 2011 dalla mia amica Iole e lo trovate QUI
  • Questa condivisione è un pò una raccolta di quanto gia postato negli anni passati. Ho preferito fare una specie di collage invece di darvi i link di lettura del passato. Molto da scrivere o raccontare non esiste ma forse qualcosa si è dimenticato e farà piacere ricordarlo attraverso il mio collage :) :) spero ..... 

24/03/16

Tasto "HOME" : come fare se non funziona con iPad, iPod, iPhone e la "APP" per Android quando "Home" ROTTO"

Ormai l'amico Vinnie è una persona super conosciuta da tutti voi che mi leggete perchè ogni tanto vi ripropongo una chicca scovata da lui e pubblicata sul suo sito. Ho pensato di condividere questa informazione perchè so che moltissime di voi usano uno di questi "attrezzi tecnologici" quotidianamente sia per FaceBook, Whatsapp, ecc. e può senz'altro tornare utile.
Anzi l'aiuto è sia per il tablet iPhone, iPad e iPod come anche per Android se parliamo si smarphone/cellulare che basta installare una preposta App per farlo funzionare.
L'articolo è vasto e molto ben spiegato e come già precisato altre volte non posso riportarlo completamente ma darvi solo un accenno mettendo il  link per andarlo a leggere direttamente.

L'articolo di Vinnie che  dice:
.....  Se invece si è rotto il tasto Home dell'iPhone oppure dell'iPad o dell'iPod touch, in tal caso non c'è bisogno di installare alcuna app esterna in quanto il sistema operativo iOS integra di default ha la funzionalità "AssistiveTouch" grazie alla quale è possibile emulare sullo schermo il tasto fisico Home e all'occorrenza anche quello del volume, il blocco schermo e tante altre operazioni importanti. Vediamo come........ il resto lo dovete leggere a questo  LINK  dove troverete anche le spiegazioni dettagliate referentesi all'immagine qui sotto tratta dall'articolo stesso.



L'articolo di Vinnie che dice:
....... A seconda del marchio e del modello gli smartphone e i tablet si suddividono in dispositivi che hanno il tasto Home fisico e altri invece sui quali questo pulsante è virtuale di tipo touchscreen e che in entrambi i casi serve per tornare alla schermata iniziale da un app in esecuzione o da qualsiasi altra schermata. Il tasto Home fisico dato che per funzionare richiede una certa pressione con il dito da parte dell'utente, nel tempo potrebbe danneggiarsi e non funzionare più come dovrebbe oppure nei casi più gravi rompersi del tutto....il resto lo dovete leggere a questo LINK  dove troverete le spiegazioni dettagliate incluse quelle che si riferiscono a questa immagine tratta anche dal suo articolo



Vi consiglio se ne avete bisogno o potete averlo in futuro di tenere traccia di queste utili informazioni ed aiuti non si può sapere mai.... la tecnologia informatica più e nuova più è fragile anche per la quantità di cose che ormai può fare e le interazioni che hanno anche con i nostri elettrodomestici e non solo.

Vi ringrazio di avermi letta e spero che se ne avrete bisogno il mio post vi torni utile.

Buona giornata.



NOTA Affluente
  • Ho ancora tante ricette da postare ma, ho voglia di volgere lo sguardo ed il mio interesse anche ad altre realtà che fanno parte della vita quotidiana come il nutrirsi. Ormai lo sapete bene, il mio blog è multitema e rispecchia l'autrice altrimenti scrivere sempre le stesse cose si annoia.  Mi auguro che passerete lo stesso quando avrete tempo e voglia o quando avrete bisogno di qualche indicazione sia nel campo tecnologico, informatico o altro,  passate da me e troverete senz'altro dei piccoli e modesti aiuti. :D :D

22/03/16

Una torta del 1853.....

Voi sapete che io faccio raramente dolci a meno che non abbia amici a cena oppure se richiesto da mia figlia visto che nipote e genero sono golossimi e li possono mangiare.
Questa ricetta che vi riporto condividendo nuovamente con voi risale ad un post del 2011 nientepopodimenoche di Giuseppe Mazzini.
Io la ripropongo tale tale ed anche senza immagine perchè onestamente non l'ho mai fatta ma, mia figlia mi ha promesso che la farà lei quanto prima....spero una fettina per me  :)  :)



Un amica che vive a Genova mi ha raccontato che in occasione della Notte del Tricolore per i 150 anni dell'Italia le venne fatta gustare una torta chiamata con il nome di "Mazzini" e sembra che questa sia stata tradotta da lui stesso dal francese. Quindi non sarebbe una sua creazione bensì una ricetta gustata forse in Francia oppure in altro luogo ma originariamente scritta in francese. Si dice che Mazzini avesse una particolare predilezione per i dolci e che la ricetta fu inviata attorno al 1835 alla madre.

Vi passo la ricetta così come ricevuta e con il peso degli ingredienti in grammi in quanto originariamente erano in "once".

Ingredienti
100 gr di mandorle pelate
100 gr di zucchero
    1 limone
    2 uova
    pasta sfoglia surgelata che potete trovare nei supermercati

Procedimento
Pestare oppure meglio ancora mettere in un frullatore le mandorle con lo zucchero, sbattere i tuorli d'uovo con il succo del limone e montare a parte la chiara d'uovo. In una terrina amalgamate assieme tutti gli  ingredienti
Ungere di burro una teglia da forno,  sistemare la pasta sfoglia e versare l'impasto.
Io suggerisco invece di foderare la teglia con carta da forno in questo modo è più facile a cottura ultimata sfornare la stessa su di un piatto senza romperla.

Non ho la minima idea del tempo di cottura ma in base alla mia esperienza posso dire che il forno dovrebbe essere messo a circa 170° preriscaldato per un cottura di circa 30-40 minuti.
Poi stà a voi controllare con uno stecchino di legno se questo immerso viene ritirato asciutto o bagnato e decidere se terminare o prolungare ancora la cottura.
Lasciate raffreddare il dolce prima di toglierlo dallo stampo, spolverate di zucchero a velo e.....speriamo che vi piaccia.

Probabilmente,  anzi quasi certamente,  ricette di dolci veramente buoni ce ne sono tantissimi e questo non sarà uno dei migliori  però, visto che piaceva a Giuseppe Mazzini si può provare... che ne dite!!!!!!

Ah! .....dimenticavo, sembra che sia stato mooolto goloso della cioccolata e allora perchè non spolverare questo dolce solo con la cioccolata oppure assieme allo zucchero a velo ???? Da  provare.

Ciaooo a tutti


NOTA Affluente

  • Mi auguro che qualcuno la voglia provare e mi dica cosa ne pensa. Può essere che a distanza di 5 anni ci siano ricette simili o forse proprio questa sul web, ormai si trova di tutto. Confesso, non sono andata a verificare lascio a voi la scelta.

20/03/16

Intermezzo domenicale !!! .... vi porto in Nuova Zelanda con una musica stupenda

Spero che mi scuserete, ma non sono riuscita a terminare il post che vi avevo promesso in merito alle bellissime sculture presenti al Museo Cappella Sansevero a Napoli. Dovevo parlarvi delle due sculture "Pudicizia" e "Disinganno" ma sono molto complesse e richiedono una doverosa ricerca per non scrivere cose inesatte.
Ho questo bellissimo PPS da tanto tempo che ho convertito. Le immagini della Nuova Zelanda sono bellissime e la musica di sottofondo cantata da Enja che penso molte di voi conoscono e sicuramente l'hanno ascoltata. Ho estrapolato dalle tante meravigliose immagini questa che ha l'entrata più grande di tutte le grotte presenti in Nuova Zelanda la grotta di Golden Bay.







La Nuova Zelanda - New Zealand o in maori Aotearoa è uno stato insulare dell'Oceania- oceano Pacifico meridionale. Due sono le isole cha la formano quella del Nord e quella del Sud e altre isole minori. E' separata dall'Australia situata a circa 2000 km a nord-est dal mar di Tasman.
Una curiosità: il nome Nieuw Zeeland fu coniato da un cartografo olandese dalla "Zeeland" provincia dei Paesi Bassi (Olanda). Venne anglicizzato da James Cook in New Zealand mentre Aotearoa è l'antico nome del popolo maori all'odierna Nuova Zelanda.
Varie sono le traduzioni del nome originale ma quello più usato è "Land of Long White Cloud" ovvero "Terra dalla lunga nuvola bianca".
E' un luogo ancora poco freguentato rispetto all'Australia ma non per quello sconosciuto. La sua storia è molto interessante e ci racconta di gruppi di polinesiani 7 secoli prima......per continuare andatea questo LINK.
Tutte le info le ho tratte da Wiki inclusa questa meravigliosa foto satellitare della Nuova Zelanda


Vi auguro una buona domenica.



NOTA Affluente

  • La prossima domenica e Pasqua e penso che la seconda parte del Museo Sansevero di Napoli slitterà. Vorrei riproporre un piccolo collage dei miei precedenti post non è che della Pasqua ci sia ancora molto da raccontare. Spero che ne esca qualcosa di carino e che sia di vostro gradimento :D :D 



17/03/16

St. Patrick's Day ovvero Patrizio d'Irlanda ...la sua storia ed il Pozzo di San Patrizio - Orvieto

Avevo scritto questo post nel 2011 e non l'ho mai più riproposto. Le foto del Pozzo di San Patrizio ad Orvieto erano le mie ma purtroppo essendo ancora cartacee la scannerizzazione non è venuta bene e quindi le ho tratte da Wiki. Il post ha avuto allora moltissime visualizzazioni ma commenti "ZERO" ma non fa nulla chissà che forse questa volta qualcuno mi lascerà un salutino  ...  :D :D 
Con il nome di Patrizio d'Irlanda o il nome datogli alla sua nascita Maewyn Succat nessuno lo conosce ma il giorno di St.Patrick's Day festeggiato in Irlanda è abbastanza conosciuto.
Ho deciso qundi di riproporvi la sua storia e quella prettamente italiana del Pozzo di San Patrizio ad Orvieto e spero sarà di vostro gradimento.


Partiamo con il l'emblema d'Irlanda ....


Shamrock dicono non sia un quadrifoglio ma un trifoglio
comunque è l'emblema d'Irlanda ed io ll'ho sempre visto quadrifoglio

Il 17 marzo si festeggia in Irlanda quello che viene chiamato il St. Patrick's Day in onore appunto di San Patrizio patrono dell'isola.
Patrizio d'Irlanda, nato con il nome di Maewyin Succat, scelse successivamente il nome latino di Patrizio (Bannaventa Berniae 385 - Saul 17 marzo 462) e fu un vescovo e missionario irlandese di origini scozzesi.
Girando nel web alla ricerca d'informazioni, ho scoperto che in realtà queste non sono certe. Wiki dice che è nato a Bannaventa Berniae mentre in altre parti dicono sia nato a Kilpatrick in Scozia nel 387.
Tutti d'accordo che era di origine nobile e che il padre proveniva da un antica ed importante famiglia romana.
Fu rapito all'età di 16 anni da pirati irlandesi e venduto come schiavo al re del North Dal Riada che sarebbe l'attuale Irlanda del Nord. Apprese la lingua gaelica e la religione celtica.
Dopo sei anni fuggì dalla corte del re per tornare alla sua famiglia.
Ritornò anche alla Chiesa cristiana, come già suo padre e suo nonno prima di lui, divenendo diacono ed a Saint Germain d'Auxerre in Gallia fu consacrato vescovo.
Papa Celestino I gli affidò l'evangelizzazione delle isole britanniche specialmente l' Irlanda.
Altre interessantissime notizie su San Patrizio li trovate a questo link diretto  Patrizio D’Irlanda
e qui avete il sito ufficiale dei festeggiamenti in Irlanda  http://www.stpatricksday.ie/

In Italia San Patrizio è noto per il famoso POZZO di San Patrizio ad Orvieto.
Io ci sono stata in uno dei miei viaggi e vi assicuro è stupendo. Ci sono molti scalini per scendere ma l'acqua che vedete sul fondo è talmente chiara che vi sembra sia illuminata dalla luce e non si trovi a quella profondità.
Il Pozzo di San Patrizio storico è una struttura costruita e progettata per fornire acqua in caso di calamità o assedio per volere di papa Clemente VII e si conclusero durante il papato di Paolo III Farnese (1527-1537).
Dati del pozzo:
 - 53,15 metri di profondità scavato nel tufo dell'altopiano della valle tiberina ove sorge Orvieto
 - 13 metri di diametro - forma cilindrica a base circolare
 - 248 scalini e 70 finestroni che danno luce

I turisti moderni per l'aura di sacro o per altri sentimenti che il luogo fa sentire buttano le monetine nell'acqua del pozzo una volta raggiunto il fondo nella speranza di ritornare.
Il pozzo prese il nome San Patrizio perché era molto simile all'omonimo pozzo che si trova in  Irlanda.
Si dice che il pozzo porti verso l'aldilà e rappresenterebbe il purgatorio.

Ho trovato parecchie informazioni sia sul Pozzo di San Patrizio in Irlanda che altre leggende attorno a quello di Orvieto. Scrivere tutto come sempre è impossibile e quindi vi indico i link che vi porteranno direttamente ai vari siti che vi assicuro meritano essere visitati ed alcuni hanno anche dei bellissimi video

Vista esterna dall'alto

Vista interna da una delle rampe

Le foto sono state prese parte da Wikipedia e altre da Google Immagini.
Da ricordare anche che Orvieto non è solo famosa per la sua "rocca" ove la città è stata costruita o per il fanoso pozzo ma anche per il suo Duomo che ha una meravigliosa storia e che trovate a questo link  Duomo di Orvieto

La facciata del Duomo

Vi assicuro che una visita ad Orvieto sia per il Pozzo che per il Duomo la merita tutta.
Vedere avvicinandosi ad Orvieto la splendida rocca e le mura della città, visitare l'interno del Duomo ed il suo Pozzo vi faranno rimanere a bocca aperta. Anche le sue viuzze, i negozi che vendono leccornie della zona o souvenir sono molto particolari. Lasciate le vie principali inoltratevi nell'interno troverete tante cose ed ha minor prezzo. Si sa le città turistiche approfittano del turista....

Ciao a tutti e buona giornata.

NOTA Affluente
  • Scusate ricettina la prossima volta :( :( ciaoooo 
 

15/03/16

"Chifeleti" ovvero "mezzelune" di patate fritti

I "chifeleti" di patate è un piatto originario della mia regione ma in particolare di Trieste dove vivo. Il termine "chifeletto" è una traduzione alla maniera "triestina" della parola "Kipfel" che in tedesco significa  cornetto. I "chifeleti" non mancano mai e ancora oggi in particolare nei ristorantini, osterie dell'altopiano rappresenta un piatto di contorno dolce e/o salato che non deve mancare mai. Nei tempi passati i chifeleti erano considerati una leccornia ed erano parte importante del pranzo domenicale.
I ristoranti che ancora oggi la presentano nel loro menù si tramandano la ricetta con alcuni piccoli segreti per renderli croccanti fuori e morbidi all'interno praticamente si sciolgono in bocca.
Nascono come dolci infatti nell'impasto si usa mettere un pò di zucchero e poi quando fritti e ancora caldi si coprono ancora con dello zucchero semolato oppure si immerge la punta in una ciotolina piena di zucchero. A me piacciono salati ed oggi infatti vengono richiesti come contorno salato sia per accompagnare carni arrostite o succulenti fondi di cattura o anche assieme a salumi.
In famiglia si usa ancora moltissimo la versione dolce. L'impasto è quasi lo stesso di quello che si usa per fare gli gnocchi di patate.

Maritozzo mio è bravissimo a farli glielo aveva insegnata la mamma alla domenica a casa sua non mancavano mai. Io vengo come infanzia da una realtà non prettamente triestina e non tanto italiana per cui i chifeletti li ho conosciuti da adulta.

Ingredienti per 2 persone (siamo solo due)
1/2  kg di patate (pasta gialla)
30 g di burro (io uso 15 g di burro e un pò di panna fresca)
1 uovo
150 g di farina
olio di semi per friggere
sale o zucchero a seconda della vostra scelta


Preparazione

Lessare le patate, passarle poi allo schiaccia patate farle raffreddare giusto un pò. Aggiungere il burro fuso  la panna fresca, lìuovo, la farina e mescolare bene. Se li volete dolci aggiungete all'impasto un pò di zucchero. Non lavoratela troppo appena non attacca più le mani preparate i codoncini che ritaglierete della lunghezza giusta circa 6-8 cm che poi incurverete a forma di "U" infarinandoli in modo che non si attacchino. 
Scaldate abbondante olio di semi (evo troppo forte) e friggeteli pochi alla volta facendoli dorare. Scolateli e fate assorbire l'eccesso di olio su carta da cucina. Se li volete dolci zuccherateli altrimenti cospargete ancora con un pò di sale. Vanno mangiati caldi.





Una ricetta semplice e gustosa che oggi può essere considerata anche un finger food.

Buona giornata.


NOTE Affluenti

    • Potete anche preparare l'impasto per gli gnocchi di patate ed una parte la potete utilizzare per fare questi "chifeletti" saranno buoni ugualmente anche se non mettete il burro o panna nell'impasto forse più come dico io "al dente" vi piaceranno ancor di più è tutto da provare.
    • Per una piccolo storia sui "chifeleti" vi rimando a questo LINK  uno dei tanti che potete trovare digitando "chifeleti alla triestina" cosi non allungo troppo il mio post.
    • Sale, se lo trovate usate quello di Maldon - non è troppo salato ma molto croccante piacevole gustare - QUI  il link per maggiori informazioni.

    13/03/16

    Intermezzo Domenicale !!! ... Il "CRISTO velato " - la Scultura italiana nascosta ...

    Il "Cristo velato" l'ho visto e sentito parlare per la prima volta su FaceBook da una persona o gruppo .. non ricordo ma, ha suscitato la mia solita "curiosità" e naturalmente e stato il via per la ricerca di informazioni.
    Ho scoperto così che il Cristo velato è una scultura marnorea di uno scultore italiano  Giuseppe Sammartino o Sanmartino, nato e morto a Napoli 1720-1793.
    La scultura realizzata nel 1753 è considerata una dei maggiori capolavori sculturei mondiali tanto che tra gli estimatori vi era anche il famoso scultore Antonio Canova che, tento di acquistare l'opera e asserì che avrebbe dato dieci anni della propria vita per poter essere l'autore di un simile capolavoro.
    La scultura si trova nella Cappella Sansevero di Napoli conosciuta anche come la chiesa di Santa Maria della Pietà o Pietatella  ed è considerata tra i più importanti musei di Napoli.
    Questa chiesa è oggi sconsacrata, attigua al palazzo della famiglia i principi di Sansevero che vi accedevano direttamente attraverso un vicolo sormontato da un ponte sospeso per poter appunto accedere privatamente al luogo allora di culto.
    La cappella ospita oltre al Cristo velato - conosciuto in tutto il mondo per il suo "velo marmoreo" che si adagia sul Cristo morto anche la "Pudicizia" ed il "Disinganno". Un insieme complesso ma singolare anche per il suo significato, sculture però non dello stesso autore.
    E' troppo lungo riportare tutte le meraviglie di questo museo e vi consiglio caldamente di leggere il resto a questa PAGINA  Posso solo aggiungere per invogliarvi che oltre ad essere stato concepito come luogo di culto lo stesso è sopratutto un tempio massonico carico di simboligie addebitato al genio ed al carisma di Raimondo di Sangro Principe di San Severo nella sua duplice veste di committente ed ideatore dell'apparato artistico della cappella.





    Come nota aggiuntiva, l'incarico alla scultura del Cristo velato fu data ad un altro scultore italiano, Antonio Corradini che purtroppo morì prima e fece in tempo solo a fare un bozzetto presente oggi al museo nazionale San Martino sempre a Napoli.

    Vi auguro una buona lettura e una buona domenica.
    :k :k :k


    NOTA Affluente

    • Se qualche amica che risiede a Napoli non conosce questo Museo, succede nemmeno io conosco tutte le meraviglie della mia città dovute al fatto che le abbiamo in casa :( :( , di andarlo a vedere ritengo che sia unico nel suo genere e di grande valore sia per le sculture presenti che sono  legate non solo a simboli eterici ma anche altri e tutti assieme costituiscono per la varietà uno dei più importanti musei italiani. 
    • Tutte le informazioni presenti in questo post sono state prese da WIKI  inclusa l'immagine di cui sopra e da qui sono poi partita a tutte le altre informazioni i cui link sono diretti cliccando sui nomi degli scultori e non solo evidenziati anche dalla "manina" del vostro mouse.  
    • Le altre due sculture presenti sono di scultori diversi come la "Pudicizia" dello scultore italiano Antonio Corradini (a cui il Cristo velato era stato commissionato ma morì prima di realizzarlo) ed il "Disinganno" dello scultore Francesco Queirolo, ma parleremo nel prossimo post altrimenti sarebbe troppo lungo:  "Stay tuned"

    10/03/16

    Cheescake salata alle lenticchie da " Il Gusto della Terra "


    Il Gusto della Terra


    iFOOD - Infinito Amore per il Cibo è un portale che ruota attorno al Cibo ed alle sue mille sfumture ed è un supplemento di Multiplayer.it , testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Terni. Nasce da un idea di un gruppo di food blogger che si sono trovate su FaceBook e ad oggi contano oltre 400 membri. Una delle ideatrici del Gruppo ci ha descritte perfettamentee QUI potete leggere di "CHI SIAMO" si, perchè anch'io bontà loro ne faccio parte fin dall'inizio pur non essendo una food blogger (anche se so cucinare) ma sono ...pensionata e nonna. Dalla suindicata pagina che ripropongo QUI potete documentarvi su come siamo/sono partite, cosa abbiamo/hanno fatto, i riconoscimenti e quanto ancora di strada vogliamo/vogliono fare.
    Uno di questi risultati e stato questo libro presentato al Salone Internazionale del Libro a Torino Maggio 2015 con la prefazione dello Chef Luca Montersino.
    I proventi del libro sono stati destinati all'opera quotidiana di Banco Alimentare. 
    Vi chiederete, qual'è la ricetta che ha portato a fare questo splendido libro.... ecco la ricetta di iFOOD :

    Ingredienti
    113 food blogger
    9 gruppi di prodotti essenziali
    4 portate
    115 ricette

    Preparazione
    Prendete il più grande gruppo di food blogger italiane, la community delle Bloggalline.
    Mettete a disposizione 9 gruppi di prodotti essenziali dela Terra, alimenti di uso comune in tutto il Mondo: dal riso alle spezie, dalla frutta esotica al tè, senza tralasciare legumi e semi oleosi.
    Mescolate il tutto con un'abbondante dose di passione e un pizzico di eleganza, aggiungete una  grattugiata di originalità e otterete 115 ricette. 
    Separatele in 4 portate, dagli antipasti ai dessert.
    Fotografate con cura e adagiate su carta patinata.
    Servite il tutto come entrée, perchè grazie a iFood questa sarà solo la prima portata di un lungo e delizioso banchetto.

    Tutta questa prefazione per darvi la ricetta tratta da questo libro. La ricetta è della food blogger Claudia del blog "Isognidiclaudette. 
    Non ho apportato alcuna modifica l'unica cosa che ho cambiato perchè non avevo a casa  sono "lenticchie rosse" ho usato quelle verdi grandi.

    Ingredienti per 4 monoporzioni

    150 g di taralli
    50 g di burro
    150 g di robiola 
    50 g di panna
    150 g di lenticchie rosse (io le verdi grandi)
    150 g di passata di pomodoro
    1 scalogno
    1 foglio di colla di pesce
    Olio extravergine di oliva qb.
    Peperoncino qb (facoltativo)
    Sale qb.


    Preparazione 
    Mettete a mollo le lenticchie in acqua fredda per circa 12 ore (potete usare anche quelle in scatola se non usate le lenticchie rosse). Trascorso il tempo, cuocetele in abbondante acqua, dopo averle risciacquate,  per circa 45 minuti - scolate e mettetele  da parte.  (Dopo 30 minuti di cottura vi consiglio di controllare le mie anche grandi erani già cotte).

    Tritate i taralli e lavorateli con il burro fuso distribuendo il composto in 4 stampini rivestiti di carta da forno  e infornateli  a 180° per 10 minuti.
    Ammollate in acqua fredda il foglio di colla di pesce e dopo lo strizzate bene e fatelo sciogliere nella panna che avrete nel frattempo riscaldato. Aggiungete la robiola, sale e amalgamate bene il tutto.

    Fate soffriggere lo scalogno in una padella con poco olio e qui, se vi piace, potete aggiungere il peperoncino e poi la passata di pomodoro e cuocete per 10 minuti a fiamma bassa. Unite poi le lenticchie, amalgamate bene e fate cuocere per ulteriori 10 minuti sempre a fuoco lento. Quando pronte amalgamatele con la salsa robiola e panna e mescolate bene.

    Prendete gli stampini o pirottini pronti, riempite distribuiendo il composto e metteteli in forno a 180° per 10-15 minuti (io uso il forno ventilato).
    Cotti, raffreddateli un pò, sformateli su un piatto, una macinatina di pepe ed un filo d'olio e servite.


     Ho messo come coreografia un pò di bacon croccante non sono brava fotografa :( inoltre non ho usato i pirottini ma ho impiattato con l'aiuto di un coppapasta per avere una porzione più abbondante.

    Buon appetito e buona giornata.

    NOTE Affluenti

    • Come detto non ho apportato alcuna modica,  gli ingredienti erano perfetti e li avevo tutti in casa salvo le lenticchie rosse. Potete usare anche dei contenitori da forno più grandi non è necessario fare solo monoporzioni ed io ho usato un coppapasta.
    • Il libro "Il Gusto della Terra" edizione  Netaddiction editore di iFood si può acquistare in libreria  ma anche online se preferite.  Vi lascio il link   iFOOD.it  ben presente su Twitter che su Face ed su Instagram basta digitare iFood.

    08/03/16

    8 MARZO FESTA DELLA DONNA

    Ogni anno dal 2010 che scrivo sulla Festa delle Donne e non mi stanco mai di dire che "Donne" non significa "Femministe" sono due contesti completamente diversi. 
    Scrivere cose nuove è impossibile però ho pensato di riproporri interamente quello che avevo postato nel 2010 la prima volta che festeggiavo questa giornata nel blog nato nel dicembre 2009 ed ha avuto poverino, un solo commento ...:D :D :D
    Ma non ha importanza il piacere di riproporlo è tutto mio e ve lo riscrivo di tutto cuore e vi passo anche questa splendida foto con la motivazione del perchè l'avevo pubblicata e che è sempre valida anche oggi.

     Questa foto è stata fatta con una macro e riprende le gocce di pioggia su un "soffione" nella quale si specchiano i colori esterni, da l'immagine della fragilità ma anche della compatezza delle

    DONNE UNITE

    Tutti festeggiano l'8 Marzo, la Festa della Donna ed il fiore in assoluto che la rappresenta è la Mimosa.
    Profumo splendido, ricordo quando la regalavano abbinate ad un mazzetto di Viole..del pensiero.
    Le persone datate come me ricorderanno le origini tragiche di questa giornata che poi è stata decretata quale Festa della Donna. Un piccolo riepilogo del succedersi degli avvenimenti partendo dal.....

    Le origini risalgono al 1908, quando le operaie dell'industria tessile Cotton di New York, pochi giorni prima entrarono in scipero per le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare,
    Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni,  finché l'8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Venne appicato il fuoco allo stabilinento e le 129 operaie chiuse e quindi prigioniere morirono arse dalle fiamme.
    La data dell'8 Marzo giorno della consumazione di questa tragedia venne riproposta da Rosa Luxemburg  "come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne" ed in ricordo della tragedia.

    Negli anni immediatamente successivi, solo negli Stati Uniti avvenivano delle celebrazioni come unico scopo ricordare la terribile fine di queste 129 donne morte nel rogo all'interno della fabbrica senza possibilità di fuga.

    Con il diffondersi e moltiplicarsi di iniziative, in merito alle rivendicazioni femminili nel lavoro e condizioni sociali, questa data rappresentò di conseguenza un'importanza mondiale.
    Grazie alle associazioni femministe rappresentò oltre che un simbolo delle vessazioni subite dalla donna nei secoli anche un punto di partenza del loro riscatto.
    Questa la storia.

    Dal Portale delle Donne....Io Donna riporto l'articolo che si riferisce ai giorni nostri da dove si evince come i festeggiamenti sia ormai un "business" e quasi nessuno ricorda a seguito di quale avvenimento e nata e forse anche il vero scopo ed intendimento di questa ricorrenza.
    L'articolo dice:


    Ai giorni nostri la festa della donna è molto attesa , le associazioni di donne organizzano manifestazioni e convegni sull'argomento, cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi che pesano ancora oggi sulla condizione della donna, ma è attesa anche dai fiorai che in quel giorno vendono una grande quantità di mazzettini di mimose, divenute il simbolo di questa giornata, a prezzi esorbitanti, e dai ristoratori che vedranno i loro locali affollati, magari non sanno cosa è accaduto l'8 marzo del 1908, ma sanno benissimo che il loro volume di affari trarrà innegabile vantaggio dai festeggiamenti della ricorrenza. Nel corso degli anni, quindi, sebbene non si manchi di festeggiare queste data, è andato in massima parte perduto il vero significato della festa della donna, perché la grande maggioranza delle donne approfitta di questa giornata per uscire da sola con le amiche per concedersi una serata diversa, magari all'insegna della "trasgressione", che può assumere la forma di uno spettacolo di spogliarello maschile, come possiamo leggere sui giornali, che danno grande rilevanza alla cosa, riproponendo per una volta i ruoli invertiti.

    Fine dell'articolo.

    Mi permetto di aggiungere una mia personale considerazione.
    E' molto triste che una donna del 21.o secolo abbia ancora bisogno di attendere questa ricorrenza per un incontro con amiche od arrivare all'insegna trasgressiva citata. La donna deve avere rispetto di se stessa e sapere quanto vale nel contesto della famiglia, del lavoro e nella società. Di conseguenza se deve attendere questo giorno per avere una libertà trasgressiva o solo d'incontro con le amiche, manca di rispetto a se stessa. Continuare a vivere di come sta vivendo indifferente in quale contesto, vanifica il grande lavoro fatto per il riscatto della Donna e non è un buon esempio ne può rappresentare le Donne. Quindi, non deve accettare la continuazione di tale vita perchè la lotta iniziata nel lontano 1908 e giunta ai nostri giorni merita molto molto di più.

    AUGURI DI CUORE A TUTTE LE DONNE E
    Viva le Donne 
    che non significa essere "femminista" nella cui terminologia non mi riconosco.

    06/03/16

    Intermezzo domenicale !!! ....Prodotti del passato "Coca'Cola" in Italia dal 1927

    Tutti conoscono la Coca'Cola, bibita analcolica, che deve il suo colore scuro al caramello. Inoltre il suo nome è dovuto al fatto che nella sua ricetta (segreta) sono impiegati tra le altre sostanze estratti provenienti dalle noci di "cola" e dalle foglie della pianta di "coca" debitamente privata delle sue sostanze alcaloidi-psicotrope (stupefacente).
    La ricetta originale sembra sia rimasta segreta anche se a mio parere di segreto potrebbero essere soltanto le proporzioni dei vari ingredienti che la compongono vale a dire: acqua, zucchero, anidride carbonica, acido ortofosforico, caramello, caffeina, semi di cola, foglie di coca decocainizzate.

    Oggi nel ventesimo secolo, la Coca'Cola o Coke, viene prodotta,  per avvicinarsi alla richiesta di mercato direi ....mondiale..., senza caffeina, senza zucchero ma con dolcificante e completamente priva di qualsiasi zucchero (sembra).
    Tanti ne sono come si dice..."coca cola dipendenti"..., i bambini l'abbinano al gusto americano del panino con la polpetta di carne tritata - hamburger, patatine e.....COCA'COLA.

    Come detto, tutti la conoscono ma penso che molti non ricordino chi l'ha inventata e dove.

    Il signor John Stith Pemberton nel lontano 8 maggio del 1886, statunitense ad Atlanta e di professione farmacista (studiò medicina e chirurgia), creò questa bevanda come rimedio contro il mal di testa.
    La bevanda venne chiamata "Pemberton's French Wine Coca".
    Si trattava di una variazione del così chiamato "vino di coca" (o Vin Mariani) prodotto miscelando il vino alle foglie di coca (non credo siano state decocainizzate a quei tempi) creato dal farmacista còrso Angelo Mariani e largo fu il successo in Europa.

    Nella ricetta di Pemberton l'alcol venne sostituito con un estratto delle noci di cola, una pianta tropicale reputata non dannosa per la salute. Con la combinazione dei due ingredienti principali, la coca e la cola, la bibita acquisì il nome Coca'Cola.
    Dalla pianta della coca si estrae la cocaina e per questo motivo fu bandita ma, la cola (in noci) continuò a essere utilizzata come fonte di caffeina.
    Pemberton nonostante questa scoperta accumulò forti debiti e decise di vendere i diritti per appena 550 dollari ad Asa Candler, un uomo d'affari che intuì subito il potenziale (di guadagno) della bevanda e compreso anche l'importanza sul tipo di pubblicità per diffonderla e sbaragliare la concorrenza.
    Diventando The Coca Cola Company incluse nella sua lista varie altre bevande gassate come la Fanta, Sprite, ecc.
    John Stith Pemberton nacque a Knoxville (Georgia), 8 luglio 1831 e vi morì nel 16 agosto 1888.
     
    Altre interessanti informazioni sia sull'evoluzione dell'impresa industriale della Coca Cola anche la storia del suo inventore li trovate a questi link  John Stith Pemberton  e   Coca-Cola 

    La storia è stata tratta da Wikipedia come anche le seguenti foto


    Manifesto pubblicitario fine 800


    il prototipo della futura bottiglia

    Negozio World of Coca'Cola a Las Vegas

    Dimenticavo, che la Coca'Cola venne importata in Italia solo nel 1927. Nel 1960 comparve la prima Coca-Cola in lattina, mentre nel 1980 anche quella in bottiglia PET.
    Inoltre, il celebre logo della Coca-Cola, il più noto al mondo, fu creato con scarsa attenzione nel 1886 dal contabile dell'azienda, Frank Mason Robinson.
    Ad ogni modo se andate a guardare sulla pagina segnalata troverete un sacco d'informazioni sulla creazione della bottiglia e su quali basi gli autori l'hanno poi disegnata.

    E adesso..... vado a bermi la Coca'Cola senza caffeina altrimenti questa notte non dormo....
    Buona domenica.


    NOTE Affluenti 

    • Questo articolo a mio avviso interessante l'avevo condiviso nel 2010 all'inizio della mia "carriera" di blogger :D ed ho pensato di riproporlo perchè mi sembra interessante parlare di qualcosa che è sempre presente nelle nostre case. Certo ora abbiamo la Light, Nera senza zucchero, quella senza caffeina ma la classica rimane sempre unica per me.  Questo vassoio che vedete è mio (foto mia) mi  era stato regalato dalla Coca'Cola un Natale ma non ricordo di quale anno,  ne ho parecchi con vari sfondi e colori ma sempre Babbo Natale in primo piano.



    04/03/16

    Chiavetta USB, Hard disk o Scheda SD lo spazio dichiarato non corrisponde alla realtà

    Forse abbiamo osservato, forse no ma lo spazio dichiarato ovvero la capacità di queste chiavette USB, schede SD e Hard disk non corrispondono mai alla reale capacità di memorizzazione e forse ci siamo chiesti anche il perchè ;) :) :) 
    Cosa strana questa volta che non si tratta proprio di un imbroglio da parte del fornitore ma partono da una diversa interpretazione del Gigabyte e di tutti i suoi multipli da parte dei produttori di queste unità di memoria e rispetto anche al sistema operativo installato nei computer come nel caso di Windows.
    A secondo dell' ambito in cui viene impiegato, il gigabyte come i suoi multipli aasume ma anche  può assumere due valori diversi.







    La spiegazione è lunga ed è molto interessante leggerla sul sito Guidami.info sempre del mio solito amico Vinnie. L'immagine che vedete qui sopra è stata presa  dal suo sito.
    Per andare a leggere e sapere cosi effettivamente quanta memoria possiedono le unità acquistatelo trovate  a questo link  Spazio chiavette USB, hard disk e SD.

    Spero che questo articolo vi possa interessa ed essere utile per valutare in base allo spazio di memorizzazione a voi necessario scegliere la memoria più consona alla vostra esigenza.

    Vi auguro una bellissima giornata.


    NOTA Affluente


    Interessarsi e curiosare anche nella sempre nuova tecnologia odierna non è da tutti però, ritengo che usando noi quasi tutti cellulari, iPod, iPad, ecc. si potrebbe averne bisogno anche solo per non farsi convincere magari a prendere qualcosa che ci viene venduto come assolutamente indispensabile che invece è tutto il contrario...un spesa inutile :(
    Quest'informazione secondo me è utile per avere sempre sottomano lo spazio necessario per le nostre foto o quant'altro vogliamo tenere magari come ricordo. Al caso fatelo vedere in famiglia o a qualche amico che vi potrà suggerire su come utilizzare o se effettivamente può esservi utile, io ci spero :) :) :k
    Ciaooo
     


    01/03/16

    Nuova Rubrica: Cucina e Pasticceria: Piccolo glossario tecnico e non solo: "F" - prima parte (interessante in particolare per chi fa i lievitati)


     

    Proseguiamo il Piccolo Glossario ed entriamo nella lettera "F" 


    "F"

    Farcia e Farcire : alimenti crudi o cotti tritati più o meno finemente e conditi rapprersentano poi il composto per farcire a strati come per una torta o l'azione in se stessa per disporre la farcia alternata alle varie composizioni alimentari.


    FARINA
    • debole: è una farina povera di glutine e serve per le lavorazioni di impasti o lavorazione che non necessitano di elasticità.
      • forte : tipo di farina ricca di glutine quindi l'impasto risulterà resistente ed elastica  richiedendo un buon sviluppo.
      • rinforzata : una farina debole con l'aggiunta di farina forte che serve da rinforzo

      Farina debole, forte e rinforzata sarebbe troppo riduttivo e semplice quindi sono andata a documentarmi ed ho trovato un sacco di ulteriori informazioni almeno per me illuminanti.
      A parte che le farine non sono solo di grano ma anche di altri cereali e non solo e,  i dettagli come le sue caratteristiche, le proteine, umidità, classificazione che trovate QUI , esistono anche i mezzi per determinare la forza della farina cioè la proprietà quale la resistenza nel tempo alla lavorazione, contenuto proteico, l'acqua, ecc. La possibilità per misurare tutto questo viene data da una macchina, dall' Alveografo Chopin la cui immagine è tratta da Wiki

      Alveografo Chopin



      Proprio in base alle proprieta reologiche della massa verra stabilita la S = stabilità, T=tempo di sviluppo, W= caduta e forza, P=resistenza, L= elasticità classificando cosi le farine in base all'utilizzo finale.
      Elevati valori S + W saranno farine che sopportano tempi lunghi di impastamento, fermentazione e/o maturazione e quindi varierà anche il tempo di lievitazione. Se volete leggere quali sono i criteri che determinano queste regole non dovete far altro che andare QUI che è lo stesso link di cui sopra ma lo rimetto per vostra comodità.
      • Fino a W 170 (deboli): per biscotti, cialde, dolci friabili; anche per besciamella e per rapprendere salse 
      • Da W 180 a W 260 (medie): pane francese, panini all'olio, pizza, pasta:  assorbono dal 55% al 65% del loro peso in acqua.
      • Da W 280 a W 350 (forti): pane classico, pizza, pasta all'uovo, pasticceria a lunga lievitazione: babà, brioche. Assorbono dal 65% al 75% del loro peso in acqua.
      • Oltre i W 350: in genere fatte con particolari tipi di grano, vengono usate per "rinforzare" farine più deboli, mescolandovele, oppure per prodotti particolari. Possono assorbire fino al 100% del loro peso in acqua. Vedi anche farina manitoba.
      Le farine in commercio al dettaglio hanno una forza variabile. Solitamente quella delle farine 0 e 00 generiche si aggira sul W 150, quella delle 00 specifiche per prodotti non lievitati  a lievitazione chimica come il  plum cake, biscotti, crostate dal W 80 al W 150, quella delle 00 e 0 specifiche per pizza dal W 200 al W 280, quella delle 00 specifiche per dolci lievitati intorno al W 300. Le farine vendute come manitoba (quasi tutte 0) riportano il nome di una varieta di grano appunto Manitoba (specifica zona in Canada di origine della varietà utilizzata) ma non identificano il valore della forza per cui non è detto che siano più forti di altre varietà.

      Tutte le informazioni riportate sono da WIKI dai due link suindicati ma lo rimetto ancora QUI


      La voce "farina" ha ampliato il post per cui preferisco dividere in quanto la lettera "F" in questo glossario è molto nutrita.

      Grazie di leggermi e buona giornata.

      Il link che ragruppa tutto il glossario dalla A alla Z
       QUI



      NOTA Affluente

      • Ritengo che tutte le informazioni che ho raccolto potranno essere utili a chi si avvicina alla panificazione ai cosidetti lievitati. Io non faccio pane ne pasta ma ho scoperto scrivendo questo post tantissime informazioni che non avevo la minima idea. Le farine erano tutte uguali forse anche perche la distribuzione della mia città a meno di non andare da venditori esclusivi del prodotto, le differenze non esistono: 0, 00, farina per friggere, farina per dolci, ecc. ma senza indicazione sulla forza ecc. 
      • Ovviamente le informazioni non serviranno a chi panifica o comunque usa i lievitati e produce da se il lievito madre.

      Memento SolonicodiEdvigeDesign byIole
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