25/03/22

Pasticcio di zucchine in padella

Questo piatto l'ho fatto tanti anni fa in campeggio perchè nel mio caravan o roulotte non avevo il forno.

E' un pasticcio di zucchette, pomodoro e mozzarella che avevo trovato molto tempo prima da un amica blogger Sonia Paladini che l'aveva postato per l'allora  iFood e questo è il link  (questo link ora a distanza di tempo vi porta a "dissapore.com" con la ricetta in questionema non so se trattasi della stessa ricetta dell'amica Sonia).

La sua versione prevedeva monoporzioni e fatta in forno ma la necessità aguzza la mente e altre versioni erano rigorosamente fatte in padella, ed inoltre prevedeva le zucchette grigliate cosa allora impossibile che ho voluto ovviare anche questa volta. E' un piatto semplice senza lunghe preparazioni, salvo sbiancare per almeno 5 minuti le zucchette tagliate a fette in quanto non ci sono altri liquidi nella preparazione e nemmeno la besciamella. 

 

Ingredienti per 4 persone

4 zucchine medie
2 barattolo di pomodoro a pezzettoni
3 mozzarelle 
2 spicchio aglio
sale - pepe . 
parmigiano grattugiato q.b.
burro o olio evo 
4 uova - facoltativo e potete usare quelle di quaglia più piccole
 





  Questa foto è dell'estate scorsa mangiato in terrazza
ora però l'ho riproposta in inverno con le stesse porzioni
 alla quale aggiungo l'uovo dopo che le stesse sono state scongelate
per essereovviamente mangiate
 

Preparazione

In una casseruola con un pò d'olio imbiondite l'aglio e a vostra scelta, lasciarlo intero per toglierlo oppure lo schiacciate con l'apposito attrezzo. Aggiungete il pomodoro, salate e pepate e cuocete per circa 10 minuti deve restare ancora un pò liquida non troppo densa.
Affettate sottili le zucchette ma non troppo e fatele scottare/sbianchire in acqua bollente salata per 5 minuti. Scolatele e raffreddatele subito in un terrina con acqua freddissima per fermare la cottura.
Stendetele su un cannovaccio per asciugarle.
Scolate le mozzarelle e tagliate a pezzetti.

In una padella bella grande leggermente unta iniziate ad assemblare:
 
- coprite il fondo con uno strato di zucchine, poi coprite con il pomodoro e la mozzarella, cospargete di abbondante formaggio, una grattatina di pepe e qualche fiocchetto di burro o gocce di olio a vostra scelta.

Continuate cosi fino ad esaurimento ingredienti io ho fatto 3 strati con una padella da 30 ma se avete una più piccola i strati potranno essere anche 4 o 5.
Mettete sul fuoco a fiamma media con coperchio per i primi 10 minuti controllando che non si bruci al caso abbassate la fiamma e aggiungete ancora un pò di vino il cui alcool evapora ma  mantiene umido.
Dopo alzate un pò la fiamma e scoperchiate affinchè il tutto si asciughi.
Fate 4 buchini distanziati calcolando la porzione e nel centro mettete l'uovo, con quelli di quaglia saranno buchi più piccoli e ne potrete mettere anche uno o due in più. Muovete un pò l'albume in modo che affondi nella pietanza, alzate la fiamma e coprite. L'albume sarà cotto mentre il tuorlo rimarrà semicrudo che poi una volta impiattato sarà rotto dando un ulteriore sapore a tutta la pietanza.

Il risultato un piatto cotto ma ancora croccante e molto leggero per la presenza di pochi grassi.

Buon appetito


 

 

 

NOTA Affluente

La ricetta originale come detto, prevedeva monoporzioni e cotta al forno. Io ho optata per una sola padella poi le porzioni fatte all'impiattamento. Ho inoltre preferito i barattoli di pomodoro che necessitano di poco cottura e le zucchette le ho sbiancate invece di grigliarle una mia scelta.

Il risultato è stata buonissimo anche se la forma nel piatto non era la stessa ma non fa niente l'importante e che sia riuscito e...spazzolato tutto.

Di solito uso la mozzarella per pizza poco umida o le confezioni di mozzarella già grattugiata per lo stesso motivo. Ma questa volta ho usato la mozzarella in acqua di conservazione proprio per dare l'umidità necessaria non essendo presente la besciamella che a noi non piace ma se la preferito usate la mozzarella più secca.



 

 

17/03/22

Gnocchetti del "generale" originali e loro varianti.

Questi gnocchetti  li propongono ogni tanto e da tempo. Sono facili da fare, molto versatili e per chi ama i gnocchi "da masticare" come me sono ideali. La ricetta l'ho salvata credo da 30 anni fa da una piccola rivista formato tascabile di cui è l'ultima sopravvissuta. Perchè si chiamassero " del generale" non ne ho la minima idea, non ricordo se c'era una nota in merito.

L'ho rifatta proprio in questi giorni e come al solito faccio tanti e noi siamo in due, li altri li ho surgelati e utilizzati in modo diverso.

Ricetta originale:

 

 

Ingredienti per 4 persone

300 g di farina

150 g di pane grattugiato fine

100 g di grana grattugiato

1 uovo intero + 1 tuorlo

70 g di prosciutto cotto affumicato tritato

80 g di burro

2 bicchieri di latte (anche di più secondo assorbimento sopra tutto del pane)

 noce moscata a piacere



Preparazione


In una ciotola mettete la farina (meno una manciata) setacciata, il pane grattugiato anche setacciato, le uova, la noce moscata se piace, il prosciutto cotto affumicato tritato, il latte versato poco alla volta.

Formate l'impasto prima con la forchetta poi a mani in modo che venga amalgamato bene e l'impasto deve essere sodo ma anche elastico. Se vi sempre troppo compatto aggiungete ancora un poco di latte in quanto dovendo poi  riposare in luogo caldo per 30 minuti, il pane grattugiato assorbià senz'altro ancora del liquido e quindi l'impasto dopo potrebbe essere troppo compatto e quindi asciutto.

Poi procedete come d'uso fare i cordoncini e tagliare gli gnocchetti di circa 1 dito di spessore il tutto sul ripiano infarinato con la restante farina che avere messo da parte.

Nell'acqua abbondante leggermente salata in ebollizione, gettati gli gnocchetti pochi per volta e quando vengono a galla fateli bollire per 1 minuto.

NOTA

Vi consiglio quando vengono a galla di assaggiare uno per la consistenza, perchè usualmente non appena a galla sono da raccogliere con la schiumerola. Nel caso che vi sembrono pronti scolateli subito o proseguite ancora con la cottura ma non più di 1 minuto.


Nel frattampo sciogliete il burro aromatizzato se vi piace con la salvia e grana grattugiato.



Il piatto che vedete, sono gli gnocchi che avevo surgelato e condito in modo diverso.

Ho fatto un sughetto di funghi con un poca di panna che poi sono andati a condire non prima di averli fatto scaldare/scongelare in acqua bollente, scolati e fatti saltare in padella con una spruzzata di olio al rosmarino. Poi conditi con il sughetto ed impiattati.

Siccome ne erano avanzati ancora per una porzione, ho fatto un sughetto con il gorgonzola e un poco di panna per marito perchè per me è un formaggio molto grasso che però adoro... purtroppo devo rimunciare.

Un altro suggerimento per questi gnocchetti se avanzano farli alla Sorrentina con mozzarella, salsa di pomodoro e passati in forno, sono proprio adatti perchè non modificano la loro struttura per via del pane grattugiato con la quale sono stati fatti.


Buon appetito.



 

 

 

08/03/22

8 MARZO - Festa delle Donne per un giorno - NOI che dovremmo essere festeggiate tutto l'Anno :)

Quest'anno oltre alla premessa che ho scritto nel 2019, ci vuole un altra non meno importante:

1° -Premessa:
Non è che non ci sia forse qualcosa da scrivere su questa triste ricorrenza ma, credo di avere detto tutto quello che mi sentivo di dire e quindi, volendo ricordare sempre questa data, ripropongo il mio post dell'anno scorso che si avvale anche da quelli negli anni passati ma, amici che si sono aggiunti in quest'ultimo anno forse avranno il piacere di leggere.
 
2° Premessa:
Pandemia che da 2 anni ci tiene in scacco, ora prima di questa ricorrenza abbiamo anche quella dei "venti di guerra" che sono inziati due gioni fa (23 febbario mi sembra...ormai con le date non se ne può più) che è scoppiata nella nostra Europa e, per quanto mi riguarda,  molto vicina  a me con Trieste che è sempre ancora la porta dell'Est. Cernobyl è sempre nella nostra e mia costante memoria. Dove si andràa finire??? Io sono nata che c'era ancora la guerra nel 43, ma sono cresciuta nel dopoguerra con tutte le difficoltà e problematiche del periodo postbellico e, mi piange il cuore che giovani e anche meno giovani provati da questa pandemia e forse finalmente in libertà, si trovino ad assorbire un altra problematica grave e quale sia peggio non  ha importanza, nessuna delle due doveva esistere.
 


  una vecchia immagine da web


Ormai dell'8 Marzo si è tanto parlato, ma nei ricordi sfuma  sul come è nata perchè le tragedie si cercano sempre di dimenticare. Lascio il racconto sul perchè di questo giorno per chi lo volesse leggere.
Riapro questa condivisione con questo soffione sempre stupendo e sempre nuovo.  Non è una mia foto ma trovata anni fa sul web e quello che vedete è un espressione fotografica fatta con la "macro" per riprendere le gocce di pioggia sul soffione ove si specchiano i colori esterni che danno all'immagine una fragilità ma anche una compatezza come dire che tutti assieme per quanto fragili uniti sono una forza" quasi come la fragilità ma anche la forza che è la stessa, di tutte le  "DONNE UNITE.



L'8 Marzo, la Festa della Donna il fiore in assoluto la Mimosa. Profumo splendido e ricordo quando la regalavano abbinate ad un mazzetto di Viole..del pensiero.  Un piccolo riepilogo del succedersi degli avvenimenti partendo dal.....
Le origini risalgono al 1908, quando le operaie dell'industria tessile Cotton di New York, pochi giorni prima entrarono in scipero per le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare,
Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni,  finché l'8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Venne appicato il fuoco allo stabilinento e le 129 operaie chiuse e quindi prigioniere morirono arse dalle fiamme.
La data dell'8 Marzo giorno della consumazione di questa tragedia venne riproposta da Rosa Luxemburg  "come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne" ed in ricordo della tragedia.
Negli anni immediatamente successivi, solo negli Stati Uniti avvenivano delle celebrazioni come unico scopo ricordare la terribile fine di queste 129 donne morte nel rogo all'interno della fabbrica senza possibilità di fuga.
Con il diffondersi e moltiplicarsi di iniziative, in merito alle rivendicazioni femminili nel lavoro e condizioni sociali, questa data rappresentò di conseguenza di un'importanza mondiale.
Grazie alle associazioni femministe rappresentò, oltre che un simbolo delle vessazioni subite dalla donna nei secoli,  anche un punto di partenza del loro riscatto.
Questa la storia.
Dal Portale delle Donne....Io Donna riporto l'articolo che si riferisce ai giorni nostri da dove si evince come i festeggiamenti sia ormai un "business" e quasi nessuno ricorda a seguito di quale avvenimento e nata e forse anche il vero scopo ed intendimento di questa ricorrenza.

L'articolo dice:

Ai giorni nostri la festa della donna è molto attesa , le associazioni di donne organizzano manifestazioni e convegni sull'argomento, cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi che pesano ancora oggi sulla condizione della donna, ma è attesa anche dai fiorai che in quel giorno vendono una grande quantità di mazzettini di mimose, divenute il simbolo di questa giornata, a prezzi esorbitanti, e dai ristoratori che vedranno i loro locali affollati, magari non sanno cosa è accaduto l'8 marzo del 1908, ma sanno benissimo che il loro volume di affari trarrà innegabile vantaggio dai festeggiamenti della ricorrenza. Nel corso degli anni, quindi, sebbene non si manchi di festeggiare queste data, è andato in massima parte perduto il vero significato della festa della donna, perché la grande maggioranza delle donne approfitta di questa giornata per uscire da sola con le amiche per concedersi una serata diversa, magari all'insegna della "trasgressione", che può assumere la forma di uno spettacolo di spogliarello maschile, come possiamo leggere sui giornali, che danno grande rilevanza alla cosa, riproponendo per una volta i ruoli invertiti.
Fine dell'articolo.


AUGURI DI CUORE A TUTTE LE DONNE.




NOTA Affluente "
Questo post che vi ripropongo è stato scritto il 3 marzo del 2010 ma questa volta ho voluto tagliare alcune considerazioni che fondo oggi non farebbero più test.
Di cambiato in peggio è la violenza e quindi Noi Donne dobbiamo ancora una volta "armarci" per fare fronte comune a questa nuova seppur vecchia violenza gratuita.
Vorrei aggiungere ancora una nota riguardo la scelta del fiore. Furono proposti inizialmente dei fiori fra i quali il "garofano" che poi fu scartato perchè rappresentava già la festa dei Lavoratori il 1 Maggio; gli anemoni successivamente  indicati erano troppo cari e quindi si pensò ad un fiore economico da poter raccogliere e distribuire a piene mani senza dover spendere.  La scelta cadde sulla "Mimosa" pensando ai grandi alberi che proprio in questo periodo fioriscono e che dal Lazio al Sud crescevano spontaneamente nelle campagne e lungo i litorali alla portata di tutti. E' stato però intravisto un lauto mercato che ha surclassato "il gratis" e quindi le belle e care mimose sono diventate costose  ma nonostante questo non si rinuncia ad un mazzetto per chi si ama: moglie, mamma, sorella, amica, ecc.

 

 

 

02/03/22

I retroscena di un incidente diplomatico tra Francia e Italia causato da ......Giuseppe Verdi 1885

Nel 1885 Verdi si trovava in Francia per la nuova edizione del "Don Carlos" Penso che saprete che Giuseppe Verdi non era solo il grande musicista che conosciamo ma anche un raffinato gastronomo.

Amante della buona tavola, organizzava nella sua tenuta di Sant'Agata dove visse per la maggior parte della sua vita, pranzi conviviali e per lui in queste occasioni non poteva mancare un buon risotto.

Qiesta sua venerazione per questo piatto rischio appunto nel 1885 un incidente diplomatico tra <italia e Francia. Infatti scrisse al suo amico Arrigo Boito che quello che gli mancava oltre alla Peppina il mio risotto  che qui non sono capaci di cucinarlo e che glimrifilavano sempre del riso bollitio e per giunta con le salsine classiche francesi. Aggiunse, roba che da noi danno agli ammalati ma a quelli che sono più di là che di qua.... 

La Peppina overo Giuseppina sua moglie, preoccupata per l'umore non proprio buono del marito mandò la ricetta del risotto all'impresario dell'Opèra di Parisi Camille Du Locle e, purtroppo la notizia trapelò e venne pubblicata dai giornali. Verdi accuato di scarsa considerazione per la cucina francese, alcuni deputati all'Assemblea Nazionale chiesero che il "Don Carlos" non venisse rappresentato.

Costrretto a scusarsi, non volle però mai dichiarare che la cucina francese fosse superiore a quella italiano asserendo costi quel che costi manon sarò mai complice di un insulto fatto al mio paese.

Qui entra in gioco Escoffier che per placare gli animi incarico il suo miglior discepolo di creare un risotto cucinato "alla lombarda" poi chiamato "alla Verdi" con funghi, asparagi, prosciutto di Parma e parmigiano. Fu servito nella cena ufficiale dopo la Prima del Don Carlos la sera del 20 marzo 1885, Si pensi che questo risotto riportò in voga una vecchia opera verdiana "I Lombardi alla prima crociata" che fu poi presentato al Thèatre Italien di Parigi.


Questo racconto l'ho trovato su un foglio ritagliato, non da me, e leggo su un angolo "Ora Cucina", non conosco questa rivista ne ho una data di emissione però riporta anche la ricetta in questione che è diventato e conosciuto come il

 

Risotto alla Verdi 

Ingredienti per 4 persone

1/2 cipolla 

300 g di riso carnaroli

60 g di burro

80 g di funghi coltivati

80 g di punte di asparagi

80 g di prosciutto di Parma

80 g di pomodori pelati

5 cl panna da cucina

1 lt di brodo di carne

80 g di parmigiano reggiano


Preparazione


Tritare la cipolla. Tagliare a fette sottili i funghi. Sbollentare gli asparagi in acqua salata. Tritare il prosciutto. Sbollentare i pomodori per togliere la buccia e semi e tagliarli a dadini. 

In un tegame far sciogliere 1/4 del burro, aggiungere la cipolla e cuocere fino a doratura. Aggiungere il riso e farlo tostare. Aggiungere il brodo poco alla vola ed a metà cottura unire i funghi, prosciutto, asparagi e pomodori. Cuocere per 2 minuti ed aggiungere la panna. Unire quando il diso "al dente" il burro restante con il parmigano quindi coprire con un coperchio e lasciar riposare per altri 2 minuti. 



Risotto Giuseppe Verdi, orgoglio italiano made in France 

 

 

Questa immagine l'ho presa dal sito "La Cucina Italiana" che racconta anche la storia di questo piatto leggermente diversa da quella che avevo trovato io. Ad ogni modo giustamente vi metto il link per i dovuti crediti  https://www.lacucinaitaliana.it/news/cucina/risotto-giuseppe-verdi-ricetta/

Sinceramente io che sono un amante dei risotti questo in particolare non mi attira molto anche se presi singolarmente gli ingredienti sono buoni. 

Ho scritto questo post per la particolarità di come un uomo famoso per un piatto quasi metteva in crisi il rapporto da due stati proprio per la Cucina argomento tabù per entrambe.

 

Vi ringrazio di avermi letta fin qui, vi auguro una buona continuazione e auguri per tutto.

 

 

 

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